Eolico off-shore: generatori da 236 metri di diametro, la distanza per ridurre al minimo l’impatto visivo

Grandi aerogeneratori galleggianti che possono essere posizionati ben distanti dalla costa per ridurre al minimo l’impatto visivo. È quanto emerge dai documenti del parco eolico off-shore Medio Adriatico per il quale la società Np Francavilla Wind chiede una concessione demaniale marittima di 40 anni a 25 chilometri (circa 14 miglia nautiche) al largo dal porto di Vasto, in acque extra territoriali (area ricadente in Zona economica esclusiva).

È questa una delle principali caratteristiche dell’impianto riguardo soprattutto agli eventuali timori per l’impatto visivo che, a tale distanza, dovrebbe essere minimo o nullo. Il modello di pala eolica scelto è tra i più grandi prodotti dalla Vestas, nota società della Val di Sangro, dal diametro di ben 236 metri: le più grandi, attualmente, al mondo. Le torri (protette con vernici anticorrosive) saranno installate su strutture in acciaio galleggianti ancorate al fondale marino – con catene o funi – a una profondità tra 100 e 130 metri. Tale tecnologia, si legge nella relazione tecnica, permette «la localizzazione in siti distanti dalle coste e minimizzando quindi eventuali impatti visivi». Discorso ben diverso, quindi, dal progetto del 2009 tra San Salvo e Termoli che prevedeva 54 aerogeneratori con fondazioni a soli 7 chilometri dalla costa.
Gli aerogeneratori saranno assemblati nelle aree portuali di Vasto e Ortona per poi essere trasportati con chiatte e rimorchiatori.

L’area occupata dal parco off-shore (elaborazione Chiaro Quotidiano)

L’area occupata di oltre 12mila ettari sarà interdetta alla navigazione e alla pesca. Circostanza quest’ultima, che potrebbe avere un naturale risvolto positivo con la conseguente creazione di un’area di ripopolamento della fauna marina che viene citata anche nella relazione: «è ampiamente dimostrato che la realizzazione di un impianto eolico in mare ha effetti importanti in termini di ripopolamento della fauna marina, d’altra parte la presenza di tali impianti rende impossibili altre forme di utilizzo o sfruttamento dell’area creando un’area marina protetta “di fatto”». 

A destra, in rosso, la tipologia di ancoraggio scelta

Altro dettaglio interessante che emerge dall’analisi documentale è la realizzazione, sempre all’interno della medesima concessione demaniale marittima, di tre sottostazioni galleggianti per la gestione del parco. Queste, di forma cilindrica, con un diametro di 26 metri e ancorate al fondale, si svilupperanno su 4 piani che conterranno i sistemi di telegestione degli aerogeneratori, la batterie, i quadri elettrici e gli spogliatoi e i servizi igienici per i lavoratori del parco eolico. Sulla copertura è invece prevista l’area di atterraggio per gli elicotteri per consentire il raggiungimento e l’evacuazione delle “piattaforme” in caso le condizioni del mare non permettano altre modalità.

Un rendering del modello scelto

Il progetto si completa, infine, con l’installazione dei cavidotti sottomarini che sarà effettuata con un’apposita nave posacavi. I cavidotti approderanno sulla spiaggia di Postilli (Ortona) per poi raggiungere la stazione elettrica Terna di Cepagatti e la stazione di accumulo da 200 Mw che sarà realizzata a Spoltore.

I numeri del progetto sono i seguenti: potenza complessiva di 800 Mw da 54 aerogeneratori (44 da 15 Mw ciascuno e 10 da 14 Mw ciascuno).
L’intenzione di realizzare un parco off-shore di tale portata rientra nella spinta alle rinnovabili impressa dalla recente crisi energetica causata dal conflitto russo-ucraino. L’obiettivo è dichiarato anche nella relazione tecnica: «Lo sviluppo di impianti eolici off-shore è fondamentale per poter raggiungere gli obiettivi della attuale programmazione strategica italiana ed europea in materia di generazione di energia da fonti rinnovabili e riduzione delle emissioni».

Nei prossimi giorni a Vasto, il Comune – che su tale tema non sarà chiamato molto probabilmente a esprimere un parere tecnico proprio per l’area ricadente in acque extra territoriali a differenza di Ortona che sul proprio territorio avrà il termine dei cavidotti – organizzerà un incontro con gli enti competenti e i rappresentanti della società per conoscere tutti i dettagli del progetto. La società, nel frattempo, è chiamata a presentarlo anche al ministero della Transizione ecologica.

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *