«Votare e candidarsi non può essere un fastidio», D’Alfonso e la sfida di Castelguidone

«Terre e territori non vengono liberati dall’esterno, ma deve essere l’interno di quel territorio che si organizza e si mette in cammino». Cita più volte don Sturzo il deputato Pd Luciano D’Alfonso nel suo sabato particolare a Castelguidone. L’ex presidente della Regione ha mantenuto la promessa e ha raggiunto ieri il piccolo centro dell’Alto Vastese per «riattivare il circuito elettorale, il circuito democratico». Il paese è commissariato perché alle ultime Amministrative nessuno dei residenti si è candidato, alle urne (era in lizza una sola lista di pugliesi) si recò una sola persona. Dal giugno del 2022 l’ordinaria amministrazione è portata avanti dal commissario prefettizio Maria Giovanna Maturo – ieri assente perché fuori regione – che mostrando intraprendenza e attaccamento alla causa, nel frattempo, ha conquistato la fiducia dei residenti.

Nella prossima primavera, presumibilmente a maggio, i residenti avranno la possibilità di uscire dal commissariamento, ma per riuscirci c’è bisogno di candidati. «Voglio dare una mano qui, nella veste di suggeritore – ha detto l’esponente Pd – Posso dare una mano a realizzare progetti, ma c’è bisogno di chi indichi le priorità».
L’incontro con alcune decine di residenti è avvenuto al bar – insieme all’ex parlamentare di Italia Viva, Camillo D’Alessandro, sottosegretario durante il mandato da presidente di D’Alfonso – che oggi rappresenta l’unico centro aggregativo e attività commerciale del paese (altro unico servizio presente è l’ufficio postale, il medico manca da circa due anni): «Non può essere percepito come fastidio votare, candidarsi, occuparsi del proprio territorio. È bene occuparsi anche di questioni di tutti».

La sfida di risvegliare l’interesse per la cosa pubblica è lanciata. Castelguidone, nel frattempo, è l’emblema di due problemi legati tra loro a doppio filo che presto potrebbero aver gravi conseguenze in tante piccole comunità delle aree interne: disaffezione dalla politica e spopolamento. Come si può superare l’emorragia demografica? «Immaginando comuni non murati, comuni che si mettono insieme cooperando con gli altri, ingrandendo la prospettiva, coltivando progetti».

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