Val di Sangro, un indotto da 15mila lavoratori con strade colabrodo

Un polo industriale tra i più grandi ed importanti del centro-sud, un indotto composto da aziende che impiegano 10 mila lavoratori più i 5200 della ex Sevel, ora Fca Italy. Nonostante numeri importanti i problemi in Val di Sangro sono tanti, a partire dal gruppo Stellantis che nel suo processo di delocalizzazione sembra guardare lontano dall’Abruzzo per i suoi futuri investimenti, passando ai ritardi dovuti allo scarso approvvigionamento delle materie prime che a causa dei rallentamenti sempre più frequenti è costato tanto in termini di riduzione del personale e di turni saltati (già 37 in questi primi tre mesi del 2023).

Come se non bastasse, a dir poco disastrosa è la situazione della viabilità con le principali arterie stradali della Val di Sangro ridotte a veri colabrodo con buche, rotture, voragini e dissesti del manto stradale che soprattutto nei mesi invernali e nei giorni di pioggia si trasformano in costanti pericoli per le autovetture ed i tanti mezzi pesanti che transitano tra i comuni di Atessa e Paglieta. I veicoli (compresi i mezzi pesanti) sono costretti a improbabili e pericolose manovre a causa delle profonde buche da decine di centimetri.

Una situazione quella del Val di Sangro comune ad altri centri industriali della provincia di Chieti tra cui San Salvo e Gissi. Le strade delle aree industriali sono di competenza dell’Arap (Agenzia Regionale delle Attività Produttive), nelle ultime settimane si assiste a un rimpallo sulle responsabilità della situazione diventata ormai indecente: un balletto tra centrodestra e centrosinistra che finisce solo per esasperare gli animi del confronto politico ma soprattutto a creare ulteriori disagi ai lavoratori a cui già non mancano apprensioni e paure dovute ad un futuro lavorativo e professionale più che mai incerto. Spesso ci si lamenta, ed anche a ragione, dei piani futuri delle aziende e delle grandi multinazionali del territorio, ma è anche a causa di queste problematiche se queste decidono d’investire le proprie risorse finanziarie lontano dall’Abruzzo.

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