Dissesto idrogeologico, l’accusa di Verna: «Zero contributi dalla Regione»

«Contributi dalla Regione, la città di Lanciano resta per l’ennesima volta a secco per quanto riguarda l’annoso problema del dissesto idrogeologico». Ad affermarlo è il consigliere comunale di Azione Lanciano, Giacinto Verna, in merito ai finanziamenti concessi dalla Regione Abruzzo nella finanziaria approvata a fine anno e illustrati in città dall’assessore Nicola Campitelli.

«Non possono che far piacere – commenta Verna – i contributi stanziati per Palamasciangelo, campo Di Meco, Ente fiera e Mastrogiurato, anche se, in quest’ultimo caso, ci si aspettava uno sforzo maggiore alla stregua di altre realtà di rilevanza regionale. Per il resto, nella maggior parte dei casi, vediamo piccole elargizioni, al limite del clientelismo. Del tutto assenti, invece, i fondi per il dissesto idrogeologico, una delle priorità di questa città e, a parole, dell’amministrazione Paolini. Più volte ci siamo sentiti rassicurare, in particolare da sindaco e assessore anche durante i consigli comunali, che i soldi, circa 600mila euro, per la progettazione definitiva/esecutiva degli interventi di messa in sicurezza del centro storico sarebbero arrivati dalla Regione. Invece non solo i fondi non arrivano, ma la stessa Regione ha rispedito al mittente le schede relative alle istanze di finanziamento inviate lo scorso ottobre dal Comune, facendo una serie di appunti e mettendo ancora di più in evidenza l’importanza di avere un progetto definitivo/esecutivo.

La questione del dissesto idrogeologico non pare affatto una priorità per l’amministrazione Paolini, al contrario – rimarca il consigliere di Azione – se Paolini e i suoi avessero voluto, avrebbero potuto già finanziare i soldi necessari alla progettazione definitiva/esecutiva degli interventi: c’è un capitolo apposito nel bilancio, dove avrebbero potuto attingere quasi 500mila euro, ai quali aggiungere i 100mila euro del fondo di rotazione progettazioni, approvato nel bilancio 2022 e poi, inspiegabilmente, mai finanziato. La giunta “camomilla”, quindi, non ha scuse: prenda di petto una questione che esiste fin dal 2008-2009, quando Filippo Paolini era già sindaco, per prevenire il ripetersi di fenomeni come quelli del 2018».

Ma la risposta del sindaco non si fa attendere e rimanda le accuse al mittente, proprio insieme all’assessore Campitelli. «I fondi per il dissesto, come già detto – dice Filippo Paolini -, devono arrivare dal Governo perché si tratta di un intervento troppo importante per cui è necessario un aiuto direttamente dal Ministero». Ed è proprio nella piattaforma ReNDis (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo) che è importante inserire la progettazione per il dissesto di Lanciano per poter poi accedere a quei fondi necessari per mettere mano al sottosuolo del centro. Il progetto ReNDiS si prefigge di mettere a disposizione delle amministrazioni, coinvolte nella pianificazione e programmazione degli interventi per la Difesa del Suolo, uno strumento capace di fornire il quadro costantemente aggiornato delle opere e delle risorse impegnate. Tramite l’interfaccia è possibile visualizzare gli interventi che ricadono in un determinato ambito territoriale ed interrogare il database, ricavandone i corrispondenti report statistici, su una serie di caratteristiche, tipologiche e quantitative degli interventi. «Più il rischio è elevato, più la progettazione è avanti e più si sale in graduatoria e si hanno possibilità di accedere a quei finanziamenti – spiega Nicola Campitelli -. La Regione è in costante contatto con il Comune per farci trovare pronti proprio con il Ministero. Inoltre – conclude l’assessore – stiamo valutando anche una via alternativa, insieme alla Protezione Civile per non precluderci alcune strada per risolvere il problema del dissesto idrogeologico a Lanciano».

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