Sono tanti ancora i nodi da sciogliere per il Comune di Lanciano ed il 2023 potrebbe essere l’anno in cui mettere la parola “fine” ad alcuni dei problemi più spinosi per la città.
Primo tra tutti il dissesto idrogeologico che ha causato la voragine in corso Trento e Trieste nell’agosto 2018 ed analoghi problemi in via Corsea. A maggio 2022 la riapertura di via Corsea al traffico veicolare grazie alla struttura in ferro, sopraelevata rispetto al piano della strada, con una griglia in cui va a confluire l’acqua in caso di forti precipitazioni ed evitare quindi che la strada si trasformi in un fiume in piena, così come già successo altre volte. È di fine agosto, invece, l’eliminazione dei dissuasori in corso Trento e Trieste, in prossimità dell’edificio ex Modernissimo, interessato dalla voragine di quasi cinque anni fa.
A seguito degli eventi dell’agosto 2018, com’è noto, era stato installato ed attivato un monitoraggio geologico e geotecnico relativo all’intera area oggetto del dissesto. L’obiettivo era il controllo delle possibili evoluzioni delle strutture coinvolte dall’evento franoso per voragine e di quelle ad esse immediatamente adiacenti. A seguito delle risultanze delle letture del monitoraggio, al mese di febbraio 2020 si è determinato il venir meno delle condizioni precauzionali che avevano imposto la restrizione al traffico veicolare in quel tratto di corso con la conseguente riapertura al traffico veicolare con doppio senso di marcia dei veicoli su entrambe le carreggiate. Ciò che è venuto fuori dalle rilevazioni è una situazione dinamica evolutiva comunque contenuta numericamente. «Nel frattempo abbiamo commissionato uno studio di fattibilità e sono pronto ad andare a Roma per cercare nei tavoli che contano la soluzione al problema del sottosuolo di Lanciano – ha affermato il sindaco Filippo Paolini -. Il dissesto idrogeologico è un problema troppo grande per essere risolto qui, serviranno diverse decine di milioni di euro e un aiuto a livello nazionale».
Di diverso impatto, ma di eguale difficoltà sarà la risoluzione del problema legato a corso Trento e Trieste. Mancano pochi giorni alla fine delle festività ed è proprio allora che dovrebbero iniziare ad arrivare le prime vere risposte e soluzioni alla fragile e scricchiolante pavimentazione presentosa. «Ci troviamo costretti a mettere delle pezze a colori agli errori passati – commenta Paolini – ed il corso ne è l’esempio lampante. Potremmo andare in giudizio ed accertare di chi sono tutte le responsabilità, ma la verità è che ciò che ci preme è risolvere il problema. Per cui cercheremo di trovare un accordo con la ditta esecutrice per evitare nuove pezze a colori ma avere un corso che sia davvero il salotto buono della città». Quel tipo di mattonella è ormai fuori produzione per cui ora gli uffici tecnici sono in attesa dell’arrivo di alcune nuove proposte dall’azienda per capire se le varie tonalità di grigio presenti oggi in commercio possono andar bene con la pavimentazione esistente. Poi si passerà alla fase in cui sarà necessario cercare nuovi materiali per gli attraversamenti carrabili e di comune accordo con la soprintendenza, sostituire tutto. Quel che è certo è che le manutenzioni saranno sempre necessarie per cui la parola “fine” per corso Trento e Trieste sembrerebbe non esistere affatto.
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