Quattro anni di “chiacchiere”: decine di elettori abbandonano la tessera sul ponte Sente chiuso

Quattro anni di promesse e annunci vuoti che hanno tutto il sapore di una presa in giro. Così, nel tardo pomeriggio di oggi, circa cinquanta cittadini di Castiglione Messer Marino e Schiavi d’Abruzzo hanno raggiunto il ponte Sente chiuso dal 14 settembre 2018 per “concreto rischio crollo” abbandonandovi la propria tessera elettorale e rinunciando al voto alle Politiche.

È la protesta pacifica della piccola comunità dell’Alto Vastese che da quattro anni è alle prese con tutti i disagi e i tempi di percorrenza triplicati causati dalla chiusura del viadotto lungo 1,2 chilometri di competenza della Provincia di Isernia che collegava la zona con l’Alto Molise dove i castiglionesi, ma non solo, si recavano per servizi, frequentare le scuole e motivi sanitari.

A nulla sono serviti quattro anni di rimostranze, di visite di illustri esponenti di tutti gli schieramenti, di impegni presi. Ad oggi il ponte alto 185 metri (il quinto in Italia per altezza) è ancora desolatamente chiuso e all’orizzonte non si vedono sviluppi.
Eppure, subito dopo la chiusura, nell’assemblea pubblica convocata d’emergenza, tutti gli intervenuti – dai parlamentari ai consiglieri regionali di Abruzzo e Molise – erano d’accordo sul fare presto, uno slogan finito presto nelle pastoie burocratiche.
Nel primo anniversario della chiusura i castiglionesi lo attraversarono a piedi, tra loro anche zia Felicetta di 81 anni, diventata ben presto simbolo della protesta… ma i numeri risicati delle comunità dell’entroterra, quei pochi eroici residenti che resistono, si sa, non consentono di avere un peso elettorale tale da sbloccare la situazione (lo sa bene il commissario prefettizio di Castelguidone, Maria Giovanna Maturo, che più volte ha denunciato la difficoltà dei piccoli Comuni di trovare ascolto) e così si cerca di riaccendere in qualche modo i riflettori sul ponte per la cui riapertura – dalle ultime notizie – servirebbero circa 40 milioni di euro.

Settembre 2019, zia Felicetta che attraversa il ponte chiuso

Tra coloro che oggi hanno rinunciato alla tessera elettorale e al voto c’è anche il collega giornalista de L’Eco dell’Alto Molise Francesco Bottone che ha lanciato l’iniziativa e che non usa mezzi termini: «Il voto è una cosa seria, non si regala al primo paracadutato imposto dai partiti. Non abbiamo nessun diritto, dalla mobilità alla sanità, rifiutiamo anche quello elettorale».

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