I problemi sono tre e si chiamano come le località in cui la Via verde non esiste ancora: Punta Penna, Casalbordino, Torino di Sangro. I lavori necessari costeranno quasi 5 milioni. Per ottenere questa cifra, Regione Abruzzo e Provincia di Chieti imboccano la strada del Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza. I fondi europei sono la panacea di tutti i mali, compresi quelli dell’opera pubblica iniziata nel dicembre del 2017 per dare una spinta al turismo ambientale? Siano almeno utili a superare gli intoppi di questo mega cantiere, è la speranza degli amministratori locali e del governo regionale, che ha inserito la Via verde nel progetto Bike to coast, la ciclabile lunga come tutta la riviera abruzzese (circa 130 chilometri), da Martinsicuro a San Salvo.
La Via verde era inserita nel Parco della Costa teatina, rimasto solo sulla carta
L’opera – La Via verde della Costa dei trabocchi è la pista ciclopedonale che deve collegare la riviera da Ortona a Vasto: 42 chilometri che si snodano sulla massicciata della vecchia linea ferroviaria adriatica, arretrata ormai 17 anni fa. Secondo i progetti iniziali, l’itinerario avrebbe dovuto attraversare in lunghezza tutto il Parco nazionale della Costa teatina, istituito nel 1999 dal Parlamento ma rimasto solo sulla carta. Aperta a giugno del 2021, la strada è incompleta. Mancano i segmenti di Punta Penna, Casalbordino e di Lago Dragoni a Torino di Sangro, dove una frana ha distrutto centinaia di metri del costone destinato alla ciclovia. Anche nei tratti già aperti i lavori non sono del tutto finiti. Alla scadenza mancherebbe qualche settimana: «Le imprese che stanno realizzando la Via verde ci hanno scritto che a fine marzo ci riconsegneranno l’opera conclusa e collaudata», dice Francesco Menna, presidente della Provincia. Ma il completamento è un’altra cosa.
Pezzi mancanti – Nei giorni scorsi, il sindaco di Torino di Sangro, Nino Di Fonso, ha lanciato l’allarme: «Un’altra estate senza la Via verde» [VIDEO].
Il primo cittadino di Casalbordino, Filippo Marinucci, spera invece che, finalmente, anche lì possa arrivare il percorso da tre corsie, due ciclabili e una pedonale. Confida negli 800mila euro promessi dalla Regione per costruirle, ma anche nei 500mila utili a recuperare i parcheggi che si perderanno sul lungomare e a creare una nuova viabilità [VIDEO].
Poi c’è Punta Penna, l’area costiera in cui convivono (a fatica) zona industriale, porto di Vasto e Riserva naturale di Punta Aderci. Dopo le ipotesi iniziali, si è capito che non si possono far passare bici e pedoni tra le fabbriche, né restringere la carreggiata del ponte di via Osca, la strada percorsa dai camion che arrivano al nucleo produttivo.
Menna: “Tre varianti” – «Durante la realizzazione dell’opera, sono stati riscontrati dei problemi di interferenza con l’area industriale», conferma il capo dell’amministrazione provinciale. «Una questione che a risolvere attraverso la variante di Punta Penna, un anello di congiunzione tra via Osca”, a partire dal rettilineo vicino al ponte che scavalca la ferrovia, «e Casalbordino, passando lungo la statale 16. La variante di Casalbordino bypassa il traffico veicolare del lungomare e costa 800mila euro, mentre la variante di Lago Dragoni, dove c’è l’aggravante dell’erosione costiera, pesa due milioni e 100mila euro. Queste tre questioni – dice a Chiaro Quotidiano – sono state inserite nelle schede del Pnrr-Regione Abruzzo dagli assessori regionali Nicola Campitelli e Daniele D’Amario e verranno finanziati nell’ambito del progetto Bike to coast Martinsicuro-San Salvo».
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