Una terza corsia per la Via Verde della Costa dei trabocchi perché l’attuale tracciato è troppo stretto. A chiederlo è stata nei giorni scorsi la Fiab Pescara – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta – seguita a ruota dal sindaco di Fossacesia Enrico Di Giuseppantonio. La proposta arriva per mano del presidente della federazione ciclistica, Giancarlo Odoardi, che sabato scorso ha percorso la pista ciclabile accompagnando alcuni turisti calabresi.
La pista di oltre 40 chilometri sviluppata sull’ex tracciato ferroviario e affiancata dal percorso pedonale,è larga complessivamente 4 metri e già in fase di progettazione la Fiab l’aveva contestata ritenendola sorpassata perché non in grado di assorbire il traffico che una simile infrastruttura avrebbe attirato. La conferma, per Odoardi, è arrivata sabato scorso quando, durante la pedalata, si è imbattuto in lamentele, invasioni di corsie opposte e imprecazioni.
Nonostante la larghezza insufficiente, la pista continua ad attirare numerosi cicloturisti anche da fuori regione: una circostanza che testimonia ancora una volta l’enorme potenziale che la Via Verde potrebbe sprigionare una volta completata.
L’osannata infrastruttura infatti è a tutti gli effetti un cantiere. Sebbene siano stati compiuti passi in avanti nella sua realizzazione, per la pista ciclopedonale sta finendo un’altra estate da incompiuta. Chi oggi la percorre si assume tutti i rischi insiti nella frequentazione di un cantiere ufficialmente aperto solo al personale autorizzato.
A preoccupare non c’è solo la riconsegna che, stando a fonti interne della Provincia di Chieti (proprietaria dell’opera), dovrebbe avvenire a breve, ma la totale assenza di interi tratti che costringono i ciclisti a pericolose deviazioni sulla Statale 16 (altra circostanza che non sfugge ai tanti cicloturisti arrivati da tutta Italia e che è possibile riscontrare nelle recensioni in rete).
Oggi, i pezzi mancanti di questo puzzle sono principalmente tre: località Lago Dragoni a Torino di Sangro interessata da una frana, l’intero litorale di Casalbordino e tutta la zona di Punta Penna. Per quest’ultimo tratto, nel marzo scorso, è stata approvata una variante che eviterà alla pista ciclabile di passare tra le fabbriche affiancandola, invece, alla Statale 16. Il costo di tale modifica al progetto è di oltre due milioni di euro ai quali sono da sommare gli altri due interventi: il totale extra lievita così a circa 5 milioni di euro. I tre tratti assenti sono stati inseriti dalla Regione nelle schede per la richiesta di fondi del Pnrr all’interno del progetto di più ampio respiro Bike to Coast che doterà tutto il litorale abruzzese di un tracciato ciclopedonale di 130 chilometri (da Martisincuro a San Salvo Marina). I tempi necessari per la realizzazioni di tali varianti non sono per ora noti.
I lavori sono iniziati nel dicembre del 2017 a opera di un’Associazione Temporanea d’Imprese capeggiata dalla Cogepri; la scorsa estate sono state rese fruibili le gallerie (la cui messa in sicurezza è stata una criticità che ha tenuto banco a lungo). I pezzi mancanti e lo status di cantiere sono solo i problemi principali di un’innegabile attrattiva. Prima del taglio del nastro andranno risolte anche altri numerosi grattacapi “minori”: il ruolo e la proprietà delle ex stazioni, le strutture turistiche a servizio della pista, i bagni pubblici, la continua invasione di veicoli a motore, l’eventuale gestione del tutto da parte di un privato, lo scambio con altri mezzi di trasporto (i treni in particolar modo) per raggiungere la tanto agognata intermodalità dei viaggi.
Sono tutti elementi che rendono oggi la discussione su un’eventuale terza corsia quanto meno prematura, ma soprattutto fanno della Via Verde una Cenerentola dall’enorme potenziale, ma in perenne e speranzosa attesa.
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