Nuove opere incompiute o solo annunciate e destinate a restare sulla carta. C’è anche il settore edile tra i più colpiti dall’aumento dei prezzi. Nelle scorse settimane, ripetuti allarmi sono arrivati dai settori più disparati come quello della pesca e delle attività produttive che risentono soprattutto dei rincari dell’energia.
Oltre a gasolio ed energia, però, da tempo (già nell’autunno 2021) si sta assistendo a un’impennata verticale delle materie prime usate nell’edilizia. Per avere la dimensione del fenomeno basta citare ad esempio i dati diffusi dall’Ance Abruzzo sul ferro-acciaio tondo per cemento armato che nel novembre 2021 ha fatto registrare un +226,7% rispetto ai prezzi dello stesso periodo del 2020; il confronto con il mese precedente, invece, fa segnare un +11,4%. La recente esplosione dei prezzi dei carburanti ha finito di aggravare uno scenario davanti al quale si rischia il blocco di cantieri pubblici e privati.
Davanti ai timidi tentativi di compensazione attuati dal Governo, restano fuori moltissimi lavori redatti e aggiudicati sulla base di prezzari ormai lontanissimi dagli attuali costi raggiunti dalle materie prime. Il paradosso che si va delineando è che a fronte di un’accelerazione di nuove opere e cantieri grazie anche ai fondi post-Covid (o ad altri interventi come i bonus per la ristrutturazione delle case), i lavori non possono partire (o essere completati). Le ditte, inoltre, pur di far quadrare i conti e mantenere i margini di guadagno potrebbero sacrificare la qualità del prodotto finale mettendo a rischio l’interesse pubblico.
Il vicepresidente nazionale dell’Ance, Edoardo Bianchi, recentemente ha parlato della difficoltà di formulare offerte congrue e, quindi, di partecipazione alle gare da parte delle imprese e dell’impossibilità di garantire un adeguato avanzamento e rispetto dei cronoprogrammi stabiliti. D’altronde, per avere un esempio concreto non bisogna andare lontano, basta guardare ad alcune delle opere date dal sindaco di Vasto, Francesco Menna, come in via di ultimazione prima del compimento del 100° giorno di mandato e ancora in fase di stallo (terminal bus, arena delle Grazie ecc.).
Tali difficoltà rischiano di ripercuotersi anche sulle future opere del Pnrr; sempre secondo Bianchi, le gare d’appalto potrebbero andare deserte o favorire i furbetti che dopo l’aggiudicazione punteranno alle varianti per l’aumento dei prezzi. A rischio c’è a sopravvivenza stessa delle imprese e dei lavoratori del settore che potrebbero ritrovarsi con il lavoro fermo e il costo della vita lievitato.
L’appello lanciato da Ance, quindi, è per un adeguamento dei prezzari, senza il quale i nuovi cantieri non partiranno e quelli già avviati non saranno portati a termine.
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