«Valutazione d’incidenza ambientale illegittima»: ricorso di Litorale Vivo contro i lavori a Vignola

Illegitimità della procedura di Valutazione d’incidenza ambientale (Vinca) e intervento che peggiorerebbe la situazione invece di apportare benefici. Il comitato Litorale Vivo ha presentato il ricorso al Tar di Pescara riguardo i lavori contro l’erosione in località Vignola chiedendo la sospensione dell‘efficacia del provvedimento di autorizzazione.

Si arricchisce quindi di un nuovo capitolo la vicenda, il comitato all’inizio di febbraio aveva protestato portando una 70ina di surfisti in mare per dire “no” alle scogliere e facendo rimbalzare le proprie ragioni anche sulla stampa nazionale. In quell’occasione non erano state escluse le cosiddette carte bollate, queste si sono concretizzate con il ricorso presentato dal presidente Antonio Mercorio per mezzo del legale Pietro Paolo Ferrara al tribunale amministrativo.

A sinistra Antonio Mercorio

Innanzitutto, si sottolinea la mancata presa in considerazione delle osservazioni presentate nei termini: «La procedura di Vinca è stata svolta non in modo preliminare e lo studio è stato approvato senza tener conto in alcun modo delle osservazioni presentate dal comitato oggi ricorrente, tanto da specificare erroneamente che nessuna osservazione sia stata presentata, nonostante le approfondite e analitiche osservazioni siano state trasmesse dalla ricorrente e protocollate dal Comune».

Le osservazioni sono state presentate dal comitato e protocollate, ma alla pubblicazione del provvedimento, ora impugnato, non risultavano tra gli allegati: nel documento è infatti specificato che «non è pervenuta alcuna osservazione». Queste però «non solo erano state presentate, ma risultavano anche particolarmente rilevanti», sottolineano i ricorrenti che poi aggiungono: «con la delibera di giunta comunale del 20 ottobre 2023 è stato approvato un progetto dal grave e irreversibile impatto ambientale e territoriale destinato a mutare definitivamente la località Vignola compromettendone tutte le peculiarità, in palese spregio di tutto quanto sopra esposto».
Nel ricorso si ribadisce che «le barriere frangiflutti causano un peggioramento della qualità delle acque e un concreto rischio per i bagnanti per le correnti di risucchio che causano» oltre a non ridurre l’erosione.

Il progetto è stato approvato e affidato in appalto, prima della conclusione della procedura Vinca, come tiene a specificare Mercorio: «È evidente come l’amministrazione comunale abbia preferito ignorare le osservazioni presentate dal Comitato». Per questo si chiede di sospendere l’approvazione della Vinca che «comporterebbe la realizzazione dell’intervento già assegnato, arrecando danni irreparabili per l’irriversibilità della conformazione dei fondali, delle correnti e quindi anche della costa».

Intanto, per la giornata di domani il Comune ha convocato un incontro sul tema (in programma già da tempo) al quale parteciperanno anche i rappresentanti del comitato.

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