Le integrazioni da produrre e gli aspetti del progetto da rivedere sono numerosi ma intanto la centrale per la produzione di biometano di Monteodorisio ha incassato il via libera definitivo dalla Regione. Dopo la Valutazione d’Impatto Ambientale positiva dei mesi scorsi, il dipartimento Territorio-Ambiente della giunta regionale, con la determinazione di ieri 25 marzo, ha concesso il Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (Paur) per l’avvio dell’attività.
Si conclude così un lungo iter burocratico, durato circa due anni, affiancato da paralleli botta e risposta tra partiti, comitati e associazioni. Come detto, la ditta proponente – la Metanab di Cittàducale (Rimini) – dovrà assolvere a diverse richieste. Vari enti hanno infatti chiesto modifiche e concesso pareri favorevoli con prescrizioni: Servizio Supporto Specialistico all’Agricoltura della Regione, Arap, Sasi, Comune, Siesp della Asl Lanciano Vasto Chieti, Comando provinciale dei vigili del fuoco.
Lo stabilimento ha l’obiettivo di produrre biometano e fertilizzanti (precisamente digestato solido che avrà bisogno della relativa certificazione) dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani processandone 36mila tonnellate l’anno. La principale perplessità che permane anche a fronte dell’ultimo via libera resta quella della coesistenza con l’impianto simile che il Civeta sta finendo di costruire all’interno del proprio polo logistico (una delle criticità sottolineate in passato anche nelle numerose osservazioni dei comitati). L’ex consorzio pubblico, da poco diventato società, punta a produrre 3,9 milioni di metri cubi di biometano all’anno da immettere in rete grazie al trattamento di 47mila tonnellate di rifiuti organici. Il punto del fabbisogno di rifiuti è stato sollevato più volte anche dalla sindaca di Monteodorisio Catia Di Fabio [LEGGI].
Da tempo lo stesso Civeta evidenzia la drastica diminuzione dei rifiuti in entrata tanto da chiedere alla Regione l’allargamento del bacino di provenienza degli stessi a tutto l’Abruzzo e la rimodulazione dei flussi in ingresso. Con uno scenario simile è ipotizzabile pensare che il nuovo stabilimento – che sorgerà sulla fondovalle Sinello – dovrà far ricorso a rifiuti anche da distanze più lunghe, circostanza che porrebbe qualche dubbio sulla sostenibilità ambientale dell’impresa.