Centrale biometano di Monteodorisio, ultimi passaggi prima dei lavori. Comune: «Impianto superfluo»

Ultime battute burocratiche per la centrale di produzione di biometano di Monteodorisio. Il 12 febbraio scorso si è tenuta la terza conferenza dei servizi per l’ottenimento da parte della ditta, la Metanab, del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (Paur) al termine della quale è stata convocata la seduta conclusiva, in programma domani 22 febbraio.

Il progetto ha come obiettivo la produzione di biometano dal trattamento di oltre 36mila tonnellate di rifiuti all’anno. Sin dalle battute iniziali l’impianto ha suscitato perplessità soprattutto considerando la vicinanza e la sovrapposizione nell’attività e nei quantitativi con la centrale del Civeta: due stabilimenti simili che dovrebbero attingere da uno stesso bacino per la materia prima (la frazione organica dei rifiuti) il cui quantitativo già oggi risulta in calo.

Il Comune è tenuto a rilasciare il parere urbanistico, acustico e sanitario. Quest’ultimo punto, probabilmente il più delicato, è ancora in sospeso. La sindaca Catia Di Fabio, chiamata a rilasciare il citato parere, ha interpellato la Asl per uno studio approfondito della questione ad oggi ancora assente. Per questo motivo, domani difficilmente la prima cittadina potrà esprimersi a riguardo.
L’ufficio tecnico dello stesso Comune ha chiesto alcune integrazioni come la posizione esatta degli edifici e degli impianti previsti e i riferimenti catastali per i quali la società, nei giorni scorsi, ha presentato la propria documentazione.

Foto di repertorio

Dall’impianto, oltre al biometano, uscirà anche digestato solido che sarà sottoposto a certificazione come fertilizzante; se questa non dovesse essere ottenuta, sarà avviato a smaltimento come rifiuto.

Il progetto nel dicembre scorso ha ottenuto l’ok dal comitato Via regionale [LEGGI], superando l’ostacolo più grende. Al di là degli aspetti meramente tecnici, restano i dubbi sulla coesistenza di due progetti sovrapponibili. L’impianto del Civeta, in fase di ultimazione, punta a produrre 3,9 milioni di metri cubi di biometano all’anno da immettere in rete grazie al trattamento di 47mila tonnellate di rifiuti organici. Non passano inosservate, in questo senso, le richieste del Civeta di modifica dei flussi in ingresso proprio per contrastare la già attuale riduzione dei rifiuti conferiti, insufficienti alla sostenibilità degli impianti.

L’amministrazione comunale di Monteodorisio dalla presentazione del progetto ha sollevato perplessità su tale circostanza e continua a farlo ribadendo la contrarietà alla centrale: «Abbiamo già espresso la posizione di questa amministrazione in consiglio comunale, ribadiamo con fermezza ciò che è stabilito nella mozione di maggioranza, approvata dal consiglio comunale nel luglio 2022. Tale mozione sosteneva “che realizzare un altro impianto a biometano è per noi superfluo ed è anche controproducente per l’impianto anaerobico che si sta realizzando in Valle Cena nel nostro consorzio Civeta. Supponendo che i rifiuti organici dei paesi del comprensorio non siano sufficienti a garantire il fabbisogno giornaliero per il corretto funzionamento di tutti gli impianti nel nostro territorio,cosa succederà?».

La sindaca Catia Di Fabio

«Come soci dell’impianto del consorzio Civeta, notiamo già grandi difficoltà nel reperire i rifiuti Forsu necessari per alimentare un singolo impianto nella nostra zona, per cui un secondo impianto, alimentato con gli stessi rifiuti, ci appare da un lato superfluo e dall’altro inutilmente concorrenziale con l’impianto consortile – conclude l’amministrazione comunale – Faremo pertanto presente la nostra posizione, cristallizzata dal documento approvato dal consiglio, agli organi competenti e parallelamente proveremo a coinvolgere anche le opposizioni, che avevano all’epoca bocciato la nostra mozione, sperando di portare avanti unanimemente questa battaglia».

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