Nel cantiere del biodigestore del Civeta: qui si produrranno 3,9 milioni di metri cubi di metano

3,9 milioni di metri cubi di biometano all’anno, 47mila tonnellate di rifiuti organici processati con un risparmio di 7mila tonnellate di Co2 immesse nell’aria. Sono alcuni dei numeri del biodigestore in costruzione all’interno del polo impiantistico Civeta di Cupello. Questa mattina il cantiere ha aperto le porte alla stampa con la campagna I cantieri della Transizione Ecologica di Legambiente. Presenti per l’occasione oltre al direttore del Civeta, Luigi Sammartino, e al presidente Legambiente Abruzzo Giuseppe Di Marco i sindaci di Cupello e Scerni (Graziana Di Florio e Daniele Carlucci), l’assessore all’Ambiente di Vasto Gabriele Barisano, il presidente di Legambiente del Vastese Carlo Ciffolilli e Nicolò Piovene, rappresentante della ditta che sta costruendo l’impianto, la Bioenerys del gruppo Snam.

L’area che ospiterà il biodigestore

Nel dicembre del 2022 la notizia del finanziamento di ben 20 milioni di euro dal Pnrr fu salutata come «epocale»: il progetto si è classificato secondo in Italia assicurandosi uno dei finanziamenti più corposi.
L’impianto userà la Forsu (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) che il Civeta già riceve dai Comuni alla quale, in fase di lavorazione, sarà aggiunta una parte di verde (scarti vegetali come sfalci, residui di potatura ecc.). In un anno saranno processate 40mila tonnellate di Forsu e 7mila di verde; la gran parte arriverà dal territorio, la parte mancante del fabbisogno sarà reperita sul mercato.

Come detto, la produzione di biometano ammonta a 3,9 milioni di metri cubi (riducendo la stima fatta a inizio anno): sarà immesso nella rete Snam per essere usato soprattutto nella trazione auto («con 1 metro cubo di biometano si percorrono 14 chilometri»). I numeri elencati da Piovene disegnano anche la dimensione del «contributo alla decarbonizzazione»: «In un anno, possiamo dire che si abbattono le emissioni di una cittadina di 23mila persone».
Il capannone occuperà un terreno a ridosso della fondovalle Cena e sarà dotato di biofiltro per abbattere le emissioni odorifere. La parte residuale della Forsu sarà usata per produrre compost di qualità che si aggiungerà a quello già prodotto dal Civeta.

I tempi? Il primo metro cubo di Forsu, secondo il cronoprogramma, sarà processato nel marzo del 2024 (la data di fine lavori indicata sul cartello è quella del 19 marzo 2024) .

GLI ALTRI PROGETTI – Il Civeta è destinatario di altri importanti finanziamenti dal Pnrr: poco meno di 10 milioni di euro per l’impianto trattamento fanghi (sarebbe il primo in Abruzzo) e 2,4 milioni di euro per il progetto Green Communities, LEGGI.

Nella “casetta” in fondo ci sarà l’allaccio alla rete Snam

I COMMENTI – Per Di Marco uno degli aspetti fondamentali da affrontare nel futuro con la Regione riguarda proprio il fabbisogno di Forsu: «Si deve assicurare quanto previsto dal piano regionale soprattutto per quel che riguarda la destinazione della Forsu: razionalizzare i fabbisogni facendo convergere qui, negli impianti pubblici, i rifiuti organici della regione. Il Civeta è destinato a rafforzarsi come polo d’eccellenza».

«Ciò che sta nascendo oggi – ha aggiunto Sammartino – è frutto della visione strategica avuta nel 2013 da parte dell’ultimo cda. Il piano industriale dell’epoca prevedeva il recupero energetico del gas sprigionato dai rifiuti. La Bioenerys porterà qui le migliori tecnologie disponibili. Si tratta di uno dei primi biodigestori in Italia finanziati dal Pnrr che sarà completato nei tempi previsti contribuendo alla decarbonizzazione del territorio». «In questo modo – ha chiuso Di Florio – si completerà il ciclo integrato dei rifiuti, siamo orgogliosi».

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