Trigno “bicolore”, si pensa al monitoraggio fisso. Controlli di forze dell’ordine e Ministero

Un sistema di controllo fisso per monitorare capire cosa accade. Sarebbe questa una delle azioni da attuare in tempi brevi nel tratto finale del fiume Trigno. La vicenda è quella del cambio di colorazione, in corrispondenza del ponte ferroviario in territorio di Montenero di Bisaccia, circostanza di vecchia data, tornata alla ribalta di recente.

A confermarci l’intenzione di adottare un sistema fisso di monitoraggio è la sindaca Simona Contucci che ne ha ricevuto notizia dall’Arpa Molise. Certo è che almeno superficialmente la vicenda sembra essere finita sotto silenzio dopo le prime reazioni. Il 7 febbraio sono stati prelevati campioni d’acqua, ma di quelle analisi non si è saputo più nulla. Lo stesso direttore dell’Arpa, Alberto Manfredi Selvaggi, contattato telefonicamente risponde che non può rilasciare informazioni in merito. Lo stesso direttore, in precedenza, ha confermato che quel tratto di fiume da sei mesi è sotto la lente dell’Agenzia di protezione ambientale.

Come detto, però, è solo superficialmente che la situazione sembra finita nel silenzio. Da qualche settimana le autorità – tra le quali personale del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – stanno ponendo sotto la lente l’area per capire a cosa è dovuta quella visibile e maleodorante patina marrone che da una piccola ansa sotto il ponte della ferrovia conferisce il colore scuro al resto del corso d’acqua. In quella stessa zona è presente lo scarico del depuratore dell’Arap e proprio nell’impianto dell’agenzia abruzzese in terra molisana pare si siano ripetute la visite delle autorità deputate al controllo dei corpi idrici come la capitaneria di porto.

La superficie del Trigno nelle foto del 5 febbraio

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Comments 1

  1. Un Benefattore says:

    mi chiedo come mai non si aspetti che il trigno torni “monocolore” per avviare il monitoraggio?
    L’ARTA Abruzzo , sezione san salvo … è per caso competente? E’ incredibile vedere che nel bilancio le spese per le risorse umane siano a OTTO zeri e quelle per la difesa del suolo “solo a 5 zeri, mentre quelle per “Tutela, valorizzazione e recupero ambientale” siano meno della metà del costo delle risorse umane. Dall’organigramma sembrerebbero esser una manciata di persone. muah. povero trigno.

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