La natura estrema in Australia: Brisbane sott’acqua

Chiara Palmieri, di Vasto, è ricercatrice all’Università di Brisbane, dove dirige la ricerca della School of veterinary. Per Chiaro Quotidiano le sue Cartoline dall’Australia. Per raccontarci un luogo geograficamente lontano, ma idealmente vicino per migliaia di abruzzesi che dall’altra parte del mondo hanno i loro parenti, emigrati dall’Italia decenni fa o di recente per conquistare il loro futuro.

Chiara Palmieri

Lunghi periodi di siccità, oppure incendi disastrosi (ricordate quello del 2019-2020 che provocò la morte di circa 3 miliardi di animali selvatici in Australia?) oppure piogge torrenziali, alluvioni e inondazioni… ecco la forza della natura in Australia.

Qui a Brisbane la stagione delle piogge può essere davvero intensa, soprattutto a gennaio e febbraio, e bisogna essere pronti.

Tutti qui ricordano quello che successe a gennaio del 1974: tre settimane di pioggia continua grazie al ciclone Wanda, il fiume di Brisbane straripò e la città si trovò sott’acqua con picchi di acqua alta fino a 6 metri.

Poi a gennaio del 2011 con il ciclone Tasha: di nuovo picchi di acqua alta fino a 4.5 metri… anche lo stadio di Brisbane (Suncorp stadium) che ospita le partite di rugby e calcio si trovo sott’acqua per almeno due metri.

Ma arriviamo ai giorni nostri… Febbraio 2022… l’Australia aveva appena riaperto i confini internazionali dopo due anni di isolamento da Covid e a Brisbane (ma un po’ in tutto il Queensland e parte del New South Wales) molti quartieri si trovarono isolati e senza elettricità per alcuni giorni – furono precipitazioni anche piu’ intense rispetto al ‘74.

Questa la posso raccontare… il parco di fronte casa si trasformò in un lago con zero possibilità di muoversi… se non con le canoe! Ogni mattina il vicino di casa usciva per la sua missione: prendeva le ordinazioni e ci portava il caffè “navigando” verso un bar ancora aperto sull’altra sponda del parco. Addirittura un giorno lo vedemmo trasportare una donna incinta che doveva andare in ospedale per partorire…

Davvero un esempio del trovare sempre qualcosa di buono (quello che qui chiamano “silver lining”) durante le avversità!

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