Strutture fisse sulla Via Verde, il fronte del «no» prepara ricorso al Tar e flash mob

Due azioni. La prima: una manifestazione sulla Via Verde dei Trabocchi, sarà «un flash mob», annuncia il sindaco di Vasto, Francesco Menna. La seconda è adire alle vie legali, probabilmente con un ricorso al Tribunale amministrativo regionale. Il primo cittadino ha riunito oggi pomeriggio il fronte anti cementificazione della Via Verde della Costa dei Trabocchi. Il «no» è all’emendamento approvato dal Consiglio regionale per consentire di installare strutture permanenti lungo la pista ciclopedonale litoranea che, quando verrà completata, sarà lunga 42 chilometri, da Ortona a Vasto. Nell’Aula Vennitti del Consiglio comunale si sono riuniti amministratori comunali, i consiglieri regionali Silvio Paolucci (Pd) e Pietro Smargiassi (M5S), rappresentanti delle organizzazioni ecologiste, dell’Arci, del Masci (Movimento adulti scout cattolici italiani), dell’associazione Terre di Punta Aderci e di Confesercenti.

Da sinistra, Alessandro Lanci e Francesco Menna

Guida la protesta l’associazione ecologista Nuovo senso civico. L’emendamento «è un escamotage per arrivare al chiosco permanente. Chi dovrebbe vigilare? I Comuni, che per cinque anni non hanno visto niente», afferma il presidente, Alessandro Lanci, secondo cui questa «è l’ennesima presa in giro per gli imprenditori che pensano che la norma li possa salvare», invece «si ritroveranno a dover smontare e perderanno la stagione». Menna rivendica gli sgomberi sulla costa vastese: «A Vasto abbiamo avuto il caso di località Canale con occupazioni abusive».

Pietro Smargiassi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, attacca il governo regionale e la maggioranza di centrodestra: «Evidentemente per loro lo sviluppo è sinonimo di cementificazione della costa». Con la nuova norma, il chiosco «non è più una struttura stagionale, ma definitiva» e «stiamo dando un segnale terribile agli imprenditori. Stiamo dicendo a chi ha fatto una struttura removibile che è un idiota? Stiamo condonando chi fa il furbo». Invece bisognava «sentire i sindaci e i portatori di interesse – sostiene Smargiassi – per vedere se la norma si poteva migliorare un po’», invece «ci siamo ritrovati ad approvarla a colpi di maggioranza».

Vie legali

Silvio Paolucci, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, indica la strada del giudizio di legittimità costituzionale: chiedere alla Corte costituzionale di giudicare se la norma regionale è in contrasto con la Costituzione e, se è così, annullarla: «Il primo modo di farli recedere è l’eccezione di costituzionalità perché, modificando la legge sul commercio, vogliono modificare l’atto urbanistico».

Confesercenti chiede un’ampia visione: «Sulla costa – dice Patrizio Lapenna– va fatta una programmazione nell’interesse dell’ambiente. Tutti i contenitori, a partire dalle stazioni, devono essere utilizzati per servizi turistici». Quindi sollecita «a fare un ricorso collettivo al Tar». Menna lo definisce «un ricorso educativo e costruttivo».

Futuro

«Abbiamo di fronte una classe imprenditoriale che guarda ancora al banchetto del sabato o della domenica», è la critica di Giuseppe Di Marco di Legambiente. Però «dobbiamo affiancare gli imprenditori per costruire insieme cosa vogliamo che sia la Costa dei Trabocchi. La Via Verde è un brand turistico che ha la sua ragione d’essere nella qualità ambientale».

«Se avessimo istituito il Parco della Costa Teatina 23 anni da, ora non saremmo a questo punto», fa notare Ines Palena, presidente del Wwf Zona frentana e Costa Teatina. «La Via Verde deve essere un posto dell’anima», auspica Anita Campanelli del Masci. «È di tutti e per tutti come vocazione» e non bisogna «ridurre la Via Verde a supermercato».

«Stiamo lavorando al marchio Via Verde per i prodotti del territorio», annuncia il sindaco. «Un modo per fare comunità».

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