«Don Mario, chi l’ha conosciuto l’ha amato e tutto quello che diceva gli si addiceva»

Non solo il cordoglio perché ci ha lasciato una persona dal cuore grande, ma anche tanti ricordi. Li sta suscitando la scomparsa di don Mario D’Ippolito, parroco emerito di Scerni. Pubblichiamo un ricordo scritto da don Matteo Gattafoni, parroco di San Remigio Vescovo a Fara San Martino.

Don Mario nasce a Pollutri l’11 giugno 1932, Festa della Madonna dei Miracoli a Casalbordino. Di quel giorno, raccontava sempre di come, la mamma mentre lo dava alla luce, sentiva l’eco delle campane a festa della Basilica che annunciavano la Festa in onore della Madonna. Proprio a Casalbordino all’ombra della Basilica è rinato alla vita in Dio. Felice Dio-incidenza, fu il sincero amore verso la Madre di Gesù, ad accompagnarlo per tutta la vita.

Entrato da bambino nel Seminario Diocesano di Chieti, consegue gli studi di scuola media inferiore per passare poi nel Seminario Regionale “Pianum” e qui perfezionare gli studi ginnasiali, il corso di filosofia e infine quello di teologia. Il 29 giugno 1957, nella cattedrale di San Giustino a Chieti, per l’imposizione delle mani dell’arcivescovo Giovanni Battista Bosio viene ordinato sacerdote. Il 1º settembre dello stesso anno viene nominato canonico mansionario del capitolo della cattedrale di Vasto. Incarico che mantiene fino al 1965. Dal 1º ottobre 1957 è vice parroco della Parrocchia di Santa Maria Maggiore in Vasto. Cappellano dei pescatori e insegnante di religione ha sempre ricordato con grande gratitudine e amore gli anni di ministero a Vasto e quelli che chiamava “ i miei giovani”.

Il 7 febbraio del 1965 è chiamato a guidare la parrocchia di San Panfilo a Scerni di cui è rimasto parroco fino al 2013. Con l’arrivo di Don Mario la parrocchia di San Panfilo, in breve tempo, si trasforma in un laboratorio di iniziative parrocchiali e cittadine volte a costruire una comunità viva, giovane, forte nella fede e adulta nella carità. Decollano i rami dell’Azione Cattolica. L’attività catechistica è organizzata minuziosamente con la supervisione delle Suore dell’Immacolata Concezione di Ivrea. Da queste fu coadiuvato durante tutto il suo ministero pastorale anche nella gestione del tanto amato “Asilo Parrocchiale”. Di pari passo Don Mario promuove il decoro liturgico, la ricostruzione e il restauro del patrimonio storico artistico presente in parrocchia e lo impreziosisce ulteriormente. Ricostruisce dalle fondamenta il Santuario della Madonna della Strada a cui tanto è stato legato durante la sua vita sacerdotale. Quanti pellegrinaggi ha proposto! Quanti campi scuola, per piccoli e grandi, ha realizzato!

Per tutti sempre ha avuto una parola di tenerezza, di conforto e di familiarità. La fondazione del giornalino parrocchiale “Lu setacc” e la cura degli emigranti Scernesi all’estero facevano di Don Mario un sacerdote che aveva intuito come una comunità va tenuta insieme e non può crescere senza il confronto e la cura dei legami. Un ultimo ricordo personale voglio consegnare a questo pensiero. Ho visto piangere Don Mario tre volte: il giorno in cui gli ho comunicato il mio desiderio di diventare sacerdote, il giorno della mia ordinazione e il giorno in cui ripartì la madonna di Fatima da Scerni dopo la grandiosa Peregrinatio Mariae che regalò alla Comunità Scernese in occasione del suo giubileo sacerdotale nel 2007. In effetti queste tre occasioni rivelano quelli che solo stati i suoi tre grandi amori: Cristo, Maria e la Chiesa. E per questi amori ha dedicato i suoi 66 anni di sacerdozio. A lui si adatta bene un epitaffio scritto molto tempo fa in Inghilterra: «Chi l’ha conosciuto, l’ha amato; e tutto quel diceva, gli si addiceva».

Don Matteo Gattafoni

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