Catturare il canide e spostarlo in un’area faunistica. A questo serviranno le trappole atraumatiche che verranno posizionate nei luoghi dove è stato avvistato il canide che ha ferito sette persone da maggio alla scorsa settimana sulla spiaggia di Vasto Marina. Lo ha deciso, nella riunione di ieri, la task force istituita per risolvere il problema. Dopo le aggressioni di maggio e giugno, un mese e mezzo di calma. Poi l’episodio del 28 luglio.
«Tutti i componenti il Tavolo tecnico non hanno mai abbassato il livello di attenzione sul caso Vasto in queste ultime settimane, anche se, al di là dei comprensibili interessamenti mediatici, sono trascorsi 48 giorni tra la penultima e l’ultima aggressione verificate ed attribuite al “canide” di Vasto», si legge in un comunicato congiunto diramato da Regione Abruzzo, Ente Parco nazionale della Maiella, Comune di Vasto e carabinieri forestali di Chieti e Ente Parco nazionale della Maiella.
«Lo staff del Parco nazionale della Maiella ha, infatti, dall’inizio dell’incarico istituzionale accolto, dallo scorso mese di giugno, eseguito, dapprima, verifiche accurate sui siti di aggressione, con i Carabinieri Forestale e la polizia provinciale, subito dopo, avviato un monitoraggio dei possibili siti di rifugio o di interesse del canide selvatico mediante fototrappole. La cautela, tuttavia, è stata massima, sia nel prevedere possibili sviluppi immediati nella risoluzione del caso, sia nella individuazione dell’animale responsabile delle aggressioni. Dopo l’individuazione di possibili siti di interesse, a ridosso delle zone nelle quali si sono verificate le aggressioni, si procederà nei prossimi giorni al posizionamento di trappole atraumatiche mediante le quali dovrebbe essere possibile catturare l’animale responsabile delle aggressioni e rimuoverlo dal territorio, per accoglierlo in un’area faunistica autorizzata, come prevedono i protocolli internazionali in vigore e come autorizzato, con parere Ispra, dal ministero dell’Ambiente.
Gli esperti del tavolo tecnico tuttavia sottolineano come, per le specifiche caratteristiche dell’animale in questione e, in particolare, per la frequentazione sporadica che lo stesso ancora manifesta nelle aree urbane (se si considera il caso dall’inizio del rilevamento, si tratta di 7 episodi di aggressione e 9 avvistamenti senza interazioni critiche in 157 giorni), il prossimo avvio della sessione di cattura non garantirebbe certamente l’immediata risoluzione del caso, soprattutto se si considera che l’imminente periodo ferragostano, con un sensibile aumento delle presenze turistiche, potrebbe ancora generare cambiamenti nel comportamento degli animali selvatici.
Relativamente all’identità dell’animale, gli esperti ribadiscono che, nonostante le più recenti acquisizioni sui comportamenti e sulle aree frequentate dall’individuo responsabile delle aggressioni, vi sarà chiarezza soltanto con le analisi genetiche conseguenti alla cattura, per stabilire se si tratti di lupo, di incrocio o di cane di razza simile al lupo, quale il cane lupo cecoslovacco».