Everyone belongs!

Chiara Palmieri, di Vasto, è ricercatrice all’Università di Brisbane, dove dirige la ricerca della School of veterinary. Scrive per Chiaro Quotidiano le sue Cartoline dall’Australia. Per raccontarci un luogo geograficamente lontano, ma idealmente vicino per migliaia di abruzzesi che dall’altra parte del mondo hanno i loro parenti, emigrati dall’Italia decenni fa o di recente per conquistare il loro futuro.

Chiara Palmieri

In Australia, si è conclusa da poco l’Harmony week, un’intera settimana dedicata alla celebrazione del multiculturalismo e della diversità. Ci sono eventi nelle scuole, nelle comunità, sui luoghi di lavoro… durante l’Harmony day (21 marzo – giornata internazione per l’eliminazione delle discriminazioni razziali) i bambini possono andare a scuola nei loro abiti tradizionali o con le divise delle squadre sportive della loro nazione e portare prodotti tipici del loro paese d’origine. Oppure semplicemente vestirsi di arancione, colore simbolo della pace e della diversità nella società. È un giorno in cui si ricorda l‘importanza del rispetto, della partecipazione e dell’inclusione sotto lo slogan “everyone belongs”.

E i numeri del fenomeno multiculturale Australiano parlano da soli… dal 1945, circa 7 milioni di persone si sono trasferite in Australia (top 5: Inghilterra, India, Cina, Nuova Zelanda, Filippine), il 46% degli Australiani ha almeno un genitore nato all’estero, circa il 23% degli Australiani parla una lingua diversa dall’inglese. Se la maggior parte degli Australiani (86%) supporta il fenomeno multiculturale Australiano, il 18% ha comunque vissuto esperienze di discriminazione per il colore della pelle, origine etniche o credo religioso.

La multiculturalitè non è solo nei numeri… si vede e si vive ogni giorno, nelle città, nelle scuole, sui mezzi pubblici…nell’opportunità di partecipare a tutte le celebrazioni che altrimenti non avremmo modo di conoscere… il carnevale brasiliano, l’holi festival indiano, la festa di San Patrizio, il capodanno cinese… di poter decidere di mangiare ogni giorno cibi provenienti da culture diverse o di entrare nei supermercati e restare affascinati della varietà dei prodotti a disposizione. Ovviamente la vera inclusione è ben altro, ma la possibilità di essere esposti alla varietà, di conoscere la ricchezza di culture diverse, riuscire ad apprezzarle e riconoscere nell’integrazione e nel rispetto la chiave di una società che funziona davvero hanno un prezzo impagabile.

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