«Un altro mese senza riparazioni. E con montagne rifiuti che non abbiamo prodotto»

Trascorrono i mesi, ma le manutenzioni latitano e gli alloggi fanno acqua. L’ennesima prova l’hanno avuta ieri, quando è piovuto per tutta la giornata. Hanno ormai perso la pazienza gli inquilini delle case popolari di Punta Penna. Un palazzo è stato chiuso perché deve essere abbattuto e ricostruito: è l’edificio in fondo a via di Pennaluce, ai numeri civici 15 e 17.

Ma anche negli appartamenti di transizione (gli alloggi assegnati provvisoriamente in attesa della ristrutturazione) i problemi sono tanti e i residenti già si sono fatti sentire.

Roberta Bontempo, inquilina dell’edificio al numero 5 di via di Pennaluce, torna a raccontare a Chiaro Quotidiano i disagi vissuti giorno per giorno nell’alloggio di transizione assegnato a lei e alla sua famiglia dall’Ater (Azienda territoriale di edilizia residenziale), l’ente regionale che gestisce le case popolari. «È passato un altro mese, ma non è cambiato niente. Le tapparelle sono rotte, il portone non si chiude, il citofono è guasto, il garage è pieno di rifiuti e ha la serranda d’ingresso bloccata. Mio marito ha portato all’esterno buona parte dell’immondizia. Lo ha fatto a rischio della sua salute, visto che il fetore è insopportabile. Comune e Pulchra (la società che gestisce la raccolta differenziata, n.d.r.) ci hanno dato una mano a smaltire, almeno in parte, quella spazzatura. Ma i problemi restano, nonostante le ripetute telefonate all’Ater perché si facciano le riparazioni. Ci hanno mandato un’impresa, ma gli operai ci hanno detto che serve anche un falegname. E allora altre telefonate all’Ater. Sapevano dal 2021 di averci assegnato questa casa, dove siamo entrati nel 2023 senza che nessun problema fosse stato risolto».

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