Da mesi è in corso uno stucchevole botta e risposta tra centrodestra e centrosinistra sulle responsabilità della disastrata viabilità delle zone industriali abruzzesi. Fiumi di parole che a palate vengono rilanciate da decine di testate online dove, si sa, lo spazio non manca mai, anzi… Così mentre auto di lavoratori, tir e altri mezzi sono costretti a compiere improbabili e pericolose manovre per evitare le voragini che in alcuni casi raggiungono anche i 30-40 centimetri di profondità, gli esponenti – a vario livello – da mesi si scambiano accuse sulla paternità dei disastri viari odierni.
L’ultima puntata in ordine di tempo è di oggi. Silvio Paolucci (consigliere regionale di opposizione del Pd) in consiglio regionale ha attaccato: «Lo stato delle strade dell’area industriale di Vasto, San Salvo e val di Sangro non è una priorità per il governo regionale di Marsilio, che in questi 4 anni non è stato capace di fare nulla. Le strade colabrodo dell’area più importante per la nostra economia ne sono la dimostrazione più lampante. Così, senza interventi diretti della Regione, a pagare dovranno essere le imprese».
Tempo qualche ora, e nelle redazioni arriva la replica dell’ex assessore alle Attività produttive Mauro Febbo (oggi consigliere di Forza Italia): «Credo il duo Paolucci-Cordisco abbia proprio preso lucciole per lanterne se è vero che, nel denunciare pseudo mancanze da parte dell’attuale Arap, hanno fatto riferimento al Masterplan dimenticando che al suo interno neanche un euro degli oltre 700 milioni è stato indirizzato a beneficio dello sviluppo economico, né in termini di sostegno alle aziende, né in termini di investimenti infrastrutturali».
Le dichiarazioni riportate sono solo una minima parte dei lunghi comunicati densi di rimbrotti e incriminazioni inviati che interessano solo pochi addetti della giostra politica in fermento per le prossime elezioni regionali.
A lavoratori e cittadini, “probabilmente”, interesserebbe percorrere queste strade – in gran parte di competenza Arap – in sicurezza.
Un esempio della sciatteria di chi invece di scrivere comunicati dovrebbe adoperarsi per risolvere i problemi si trova a qualche centinaio di metri dalla Pilkington, all’incrocio della strada che costeggia la Tecnopack: crateri enormi, profondi decine di centimetri. La strada è un lontano ricordo. Ne avevamo parlato a gennaio, la situazione era tale già da molto tempo. Qualcuno ha provveduto nel frattempo a scaricarci una carriola di catrame? O di pietrisco in attesa di interventi risolutivi visto che le chiacchiere non colmano le voragini? No, è tutto ancora vergognosamente fermo nonostante le migliaia di mezzi che percorrono mensilmente quelle strade, nonostante le ripetute e monotone dichiarazioni sulla «centralità di queste aree produttive nell’economia abruzzese ecc. ecc.».
Basta recarsi lì, sul posto, e attendere qualche minuto per vedere arrivare qualche tir dalla fabbrica del vetro per auto più grande d’Europa che cercando di evitare i crateri – e non riuscendovi perché sono troppi – si inclina pericolosamente con tutto il rimorchio.
Quella citata è solo una delle situazioni di degrado con le quali pendolari e autotrasportatori fanno i conti quotidianamente (alcune delle quali documentate negli articoli linkati), ma tant’è… il balletto politico delle accuse reciproche deve continuare.
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