«Istituire il limite a 30 km orari per tutelare ciclisti e pedoni. Sì a bike lane sicure»

Antonio Spadaccini, presidente del Ciclo club di Vasto, chiede all’amministrazione comunale «coraggio nell’assumere i provvedimenti necessari a tutelare pedoni e ciclisti»: istituire il limite di velocità a 30 chilometri orari nel centro abitato. Una questione che torna a far discutere l’opinione pubblica dopo l’episodio di venerdì scorso, quando una donna è stata investita in via San Michele, all’incrocio con via Tobruk, via Cavour e via Vittorio Veneto. Indipendentemente dal caso specifico, su cui l’accertamento della dinamica e delle responsabilità è affidato alla polizia locale, Spadaccini torna a sollevare il problema della velocità con cui i veicoli viaggiano nel nucleo urbano.

Zona 30 – «Molte città, come Bologna e Torino, si stanno muovendo im questo senso», fa notare il presidente del Ciclo club. «Sono decisioni che le cosiddette città ciclabili devono porsi come obiettivo primario, anche perché ci sono evidenze che servono. Ieri è stata la Giornata per le vittime della strada. Ci sono dati che testimoniano come la maggior parte degli incidenti, anche mortali, avvengano nelle zone urbane.

È vero che ci sono persone disattente che usano il cellulare mentre guidano, ma c’è da riconoscere che la velocità è la causa principale degli incidenti. Poi ci sono studi secondo cui se un pedone o un ciclista viene investito a 50-60 all’ora, quella persona ha un rischio di morire superiore all’80 per cento. Investito a 20 all’ora, il rischio di perdere la vita è del 10 per cento, quasi si annulla. Ritengo sia un provvedimento necessario e fattibile nel centro urbano. Per attuarlo vanno fatte anche altre scelte, ad esempio istituire dei sensi unici, ma qui ogni volta che una strada diventa a senso unico c’è il problema di chi si lamenta perché non può parcheggiare sotto casa o deve fare un percorso più lungo. Sono decisioni che vanno prese se sono ritenute utili per il bene comune, ma queste scelte dipendono dall’amministrazione».

Antonio Spadaccini (Ciclo club Vasto)

Bike lane – «Sono favorevole – dice Spadaccini – alle bike lane (le corsie riservate alle bici, n.d.r.), purché siano funzionali, servano veramente e siano fatte bene: non si possono fare le bike lane di mezzo metro in mezzo al traffico mettendo a destra anche i parcheggi, per cui il ciclista rischia di ricevere una sportellata da chi apre la portiera e, se si sposta, finire nel traffico con ulteriori rischi di farsi male. Ritengo che a Vasto non tutte le strade siano adatte alle bike lane, ma alcune sì. E qualche altra, secondo me, dovremmo avere il coraggio di renderla a senso unico. E’ evidente che, vista la morfologia del territorio, è più facile andare in bici a Francavilla al Mare che a Vasto, ma ormai anche a Vasto ci sono tanti cittadini che vanno in bici e un ulteriore incremento si è avuto con l’e-bike.

Se vogliamo far sì che le persone pratichino maggiormente una mobilità sostenibile, dobbiamo fare in modo che la città sia adatta a questo scopo. Per questo, se si fanno le bike lane, queste devono essere sicure. Dove non c’è lo spazio, le amministrazioni devono avere il coraggio di istituire i sensi unici e, dove necessario, anche di togliere qualche parcheggio. Ci sono studi secondo cui nelle città, quando usiamo la macchina, percorriamo, in media, cinque chilometri. Una distanza che potremmo fare in bicicletta o a piedi, oppure attraverso l’intermodalità usando servizi pubblici efficienti, in modo da limitare l’uso dell’automobile a chi ne ha realmente bisogno. Non è solo – precisa – una questione di traffico o di riduzione delle emissioni inquinanti, ma anche di salute: avere persone che camminano di più o che vanno in bici vuol dire avere persone in salute».

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