Gli ordini ci sono, i materiali no: alla Trigano non saranno rinnovati 30 contratti

La richiesta c’è, i materiali no, così alla Trigano Van di Paglieta si rischia il paradosso già visto in altre fabbriche del territorio (Sevel in primis). L’azienda che produce furgoni di alta fascia e che, non molto fa ha investito in nuovi settori, come la falegnameria, grazie al mercato in espansione, ha comunicato ai sindacati che non rinnoverà 30 contratti che scadranno a fine giugno. Alla base della decisione c’è l’attività produttiva a rilento a causa della crisi delle forniture allargatasi anche ad altri reparti dello stabilimento.

I lavoratori Trigano durante un recente sciopero

«Tutto capita in un momento molto delicato, a fine giugno in Trigano scadono circa 120 contratti a tempo determinato (somministrati e Trigano), altri scadranno a fine agosto – spiega una nota delle rsu Fiom – L’ azienda ci ha comunicato che sarà costretta a non rinnovare circa 30 contratti in scadenza, non c’è stato verso di trovare soluzioni alternative. Nonostante la situazione, la maggior parte dei contratti è salva, è vero, la Trigano sta attraversando un momento di calo imprevisto, ma il calo è riconducibile alla mancanza di materiali, non alla richiesta che continua ad essere molto importante. Tale richiesta in parte tutela i posti di lavoro perché nei fatti il numero di lavoratori è già tarato per quanto sta chiedendo il mercato dei van, nel caso dovessero arrivare i componenti l’azienda dovrà essere pronta a produrre e se non lo fosse il problema sarebbe più grande perché metterebbe a rischio tutti i lavoratori».

«Il reparto falegnameria, ultimo investimento continua la fase di sviluppo e produzione in attesa dei furgoni. Abbiamo chiesto all’azienda di tenere conto delle anzianità lavorative dei lavoratori nella fase di scelta di quelli che non vedranno il contratto rinnovato. Stiamo verificando alcune condizioni per cercare di creare un bacino del quale faranno parte i lavoratori che usciranno dalla Trigano, siamo già in contatto con qualche azienda e il fine, nel caso il progetto prenda corpo è quello di ricollocarne il più possibile e in breve tempo. Siamo in attesa di una nuova convocazione dalla Regione Abruzzo che nel frattempo ci auguriamo si sia coordinata con la Regione Toscana al fine di portare le difficoltà dei lavoratori della Trigano sul tavolo automotive aperto presso il ministero dello Sviluppo economico».

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