Lanciano, chiuso il Baby Pit Stop comunale. Bendotti: «Scelta irrispettosa, figlia di una politica cieca e sorda»

Si chiamava “Baby Pit Stop” la struttura, nata a Lanciano nel 2016, con l’obiettivo di ospitare mamme e papà in cerca di un luogo “a portata di famiglia” nel centro cittadino, per rispondere alle esigenze primarie dei più piccoli in maniera comoda e discreta. Struttura realizzata nel corso dell’amministrazione Pupillo e che l’attuale Giunta ha deciso di rimuovere, sostituendola con un ufficio corredato di scrivania, poltrone e arredi. A denunciare la scelta del sindaco Filippo Paolini e dell’amministrazione comunale da lui guidata, è Dora Bendotti, ex assessore alle Politiche Sociali della Giunta Pupillo, oggi consigliere di Lanciano in Comune.

Dora Bendotti

«Essere madri, allattare al seno, sentirsi protette e al sicuro in quella particolare situazione – scrive la Bendotti in un comunicato stampa – è uno dei momenti più delicati e intimi che si instaura nella coppia mamma-bambino. Ma anche essere padri, per dare un biberon, cambiare il proprio figlio/a, sostare in un luogo a “portata di famiglia” nel centro della città. Spesso “noi mamme”, ci siamo sentite in imbarazzo nel fermarci per strada, sedute su qualche gradino o panchina, quasi a nasconderci per poter soddisfare il bisogno primario del nostro piccolo, o magari ci siamo sentite in difficoltà nel dover cambiare un pannolino in maniera dignitosa e discreta».

«Nel 2016 – ricorda la Bendotti ripercorrendo le fasi dell’ideazione del progetto – l’amministrazione Pupillo, attraverso l’assessorato alle Politiche Sociali, ha inaugurato il 1° “Baby Pit Stop” regionale all’interno di una Casa Comunale, accogliendo quella che era una direttiva UNICEF, (partner ufficiale dell’iniziativa), rilanciandone il contenuto ed invitando anche tutte le altre pubbliche amministrazioni a seguire questa buona prassi e questo semplice gesto di civiltà. Lo scopo era dunque di creare le condizioni necessarie affinché nessuna mamma o genitore si sentisse in difficoltà o in imbarazzo ad allattare al seno il proprio figlio e/o cambiargli il pannolino in un luogo caldo e attrezzato e, offrire uno spazio proprio all’interno del Municipio, ha rappresentato un gesto di grandissima sensibilità, cura e attenzione. Il Baby Pit Stop – spiega – è stato creato ad hoc in una sala all’interno della ex Casa di Conversazione grazie all’aiuto e alla sensibilità non solo dell’amministrazione che se ne è fatta promotrice, ma anche alla disponibilità di sponsor che hanno permesso in maniera concreta la sua realizzazione e il suo arredamento. Scrivo al passato perché ad oggi, con mia amara sorpresa, questa stanza non esiste più, ne è stata cancellata ogni traccia, eliminato ogni intento e valore, sostituita con una bella scrivania, una poltrona e qualche cimelio che prenderà polvere – sostiene il consigliere -. Non nego e dichiaro il mio assoluto dissenso per questa decisione presa dal sindaco Paolini e dalla sua Giunta. Denuncio ciò che ritengo una scelta scellerata e irrispettosa, un gesto che sta a rappresentare una precisa presa di posizione, un preciso modo di intendere “il (loro) bene comune”, un preciso modus operandi di un’amministrazione che non dimostra attenzione e cura per il prossimo, per le donne in particolare e per tutta la cittadinanza. Le priorità dimostrate sono evidentemente altre: spartizioni di poltrone, nomine, eccetera. Ma amministrare – afferma – significa ascoltare, guardare e rispondere il più possibile alle esigenze e alle difficoltà di tutti i cittadini. Significa essere attenti ad ogni piccola sfumatura, a capire che le opere “immateriali” spesso hanno un peso culturale e sociale maggiore di un marciapiede o di una palazzina, e che la voce del cittadino più fragile ha lo stesso peso di quello che urla e batte i pugni.

Questa amministrazione dopo 9 mesi è stata capace di distruggere quanto di buono, con sacrificio e attenzione era stato creato e non mi riferisco solo a quest’ultima situazione, grave ed incresciosa – chiosa la Bendotti -. Sia beninteso però, questa non è una questione di bandiera, o di “opposizione” è una faccenda sociale, culturale e di civiltà. È una questione morale. È una questione di ciò che si comunica e si vuol trasmettere attraverso un gesto e, questo gesto in particolare, caratterizza fin troppo bene la scelta programmatica di questa amministrazione. È un gesto indegno, non solo e soprattutto per le donne, le mamme che ne hanno usufruito e per quelle che ne avrebbero trovato sollievo, ma anche nei confronti di tutte quelle istituzioni che si sono fatte avanti per poterlo realizzare, investendo tempo e denaro, investendo in valori di umanità oltre che di rispetto. Anticipo che su questo argomento sarò dura e ferma poiché la ritengo una scelta vergognosa e davvero molto grave, figlia di una politica cieca e sorda».

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