Da polo d’eccellenza a cattedrale nel deserto: il triste epilogo del Mario Negri Sud

Dal lontano 5 dicembre 1980, anno in cui i vertici della Fondazione Mario Negri di Milano decisero di aprire in Abruzzo una terza struttura e, per ventisette anni fino al 2015, quando a causa di gravi problemi finanziari venne messo in liquidazione, il Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro è stato un grande ed importante centro di ricerca, formazione e divulgazione scientifica. Una struttura polivalente dotata di campus biomedico, alloggio per ricercatori che per più di un quarto di secolo si è occupata di formare e qualificare i migliori ricercatori del Mezzogiorno d’Italia.

Il Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro

Un polo di riconosciuta eccellenza che operava in svariati settori: dalla biologia cellulare, all’oncologia molecolare e clinica, arrivando a studiare le malattie cardiovascolari (è qui che venne testata con esiti positivi la cardio aspirina) e facendo da coordinamento per le ricerche cliniche sul diabete, l’infarto miocardico, arrivando ad occuparsi anche di formazione in medicina generale, di sistemi informativi e politiche sanitarie, oltre che di rapporti tra salute e ambiente. Un vero e proprio faro della cultura medica e del sapere scientifico che per anni ha rappresentato anche una fondamentale risorsa in termini lavorativi ed occupazionali.

Di tutto questo oggi non resta nulla, solo cancelli sbarrati, porte chiuse ed un forte sensazione di abbandono che, attraversando la statale per Fossacesia, fa apparire quella che una volta era una magnifica struttura, una triste e deprimente cattedrale nel deserto. Eppure, anche in tempi molto recenti, si è cercato di dare un futuro all’ex polo di ricerca, sia con la creazione della nuova Fondazione Abruzzese per le Scienze della Vita, nata nel 2016, sia con la proposta della Asl Lanciano – Vasto – Chieti che qui vorrebbe delocalizzare, dal capoluogo frentano, alcuni uffici. 

Il progetto dell’azienda sanitaria è in realtà piuttosto strutturato e prevede la creazione di una cittadella dei servizi con sistemazione negli edifici del Mario Negri, del Dipartimento di Prevenzione (Sipsal, Siesp e Sian) di alcune aree di Veterinaria ed anche degli uffici amministrativi, tecnici e di staff. A questi si aggiungerebbero una farmacia territoriale, il back office del Cup, l’archivio documentale, un laboratorio di Patologia Clinica e di Anatomia Patologica (che vi rimarrebbe per tutta la durata dei lavori del nuovo presidio ospedaliero di Lanciano), un centro di lavorazione e stoccaggio sangue e la sala conferenze.

Tuttavia nonostante le nuove idee ed i progetti messi in campo da parte degli amministratori provinciali e regionali non si è ancora riusciti a dare risposte concrete sul futuro Mario Negri che tra tentativi d’acquisto andati a vuoto, contenziosi giudiziari ancora in essere e le solite beghe burocratiche, continua a restare un contenitore vuoto.

La redazione di Chiaro Quotidiano si è recata sul posto ed attraverso le testimonianze di Andreina Poggi, cofondatrice del Mario Negri Sud e ricercatrice, e dello storico custode Antonio Forlante, ha provato a capire se e quali potranno essere gli sviluppi futuri, e per puntare i riflettori sull’ennesima storia di spreco e di abbandono del nostro territorio.

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *