L’Ong “Clean Air Task Force” rivela perdite di metano anche negli impianti di Montalfano e Pineto

Perdite di metano nell’atmosfera che potrebbero contribuire all’effetto serra alla faccia della transizione ecologica. È quanto documentato da James Turitto, tecnico dell’Organizzazione Non Governativa statunitense “Clean Air Task Force”, insieme al giornalista di Report Manuele Bonaccorsi; il programma di Rai 3 ha mandato in onda ieri sera l’inchiesta La Grande Fuga che ha preso in considerazione anche lo stoccaggio gas “Fiume Treste” della Stogit (gruppo Snam) di Montalfano e la centrale di raccolta gas Eni di Pineto che veicola il gas estratto in mare dalle piattaforme.

Ad accompagnare, nei mesi scorsi, Bonaccorsi e Turitto (quest’ultimo dotato di una telecamera in grado di rilevare le perdite) c’erano anche gli attivisti del Coordinamento No Hub del Gas che oggi commentano la vicenda: «L’impianto Eni era stato oggetto di un precedente scoop della Reuters lo scorso anno, con le immagini di una grossa perdita da un serbatoio che avevano fatto il giro del mondo. Eni era intervenuta per tappare la perdita. James Turitto è quindi tornato a Pineto con il giornalista di Report per verificare lo stato dell’arte e ha trovato un’altra perdita a pochissima distanza dalla precedente. È andata in scena una pantomima a nostro avviso poco edificante da parte del personale della multinazionale con tanto  di riprese video nei confronti di giornalisti e attivisti».

Le immagini girate a Montalfano

A Montalfano la troupe ha interpellato e accompagnato sul posto anche il vicesindaco Fernando Travaglini invitandolo a osservare la situazione in prima persona dalla telecamera, «il tecnico statunitense gli ha mostrato le emissioni incontrollate dai serbatoi dell’impianto e da altri punti». «Un sopralluogo era stato fatto anche ad aprile 2021 (queste ultime immagini sono nel video allegato): anche in quel caso erano state rilevate diverse perdite. Lo stoccaggio gas Treste è classificato quale impianto a rischio di incidente rilevante. Negli anni passati, solo grazie a plurimi esposti  da parte dei nostri attivisti per la situazione di contaminazione da arsenico e per la mancanza del Piano di Emergenza per la popolazione, erano stati fatti passi in avanti per colmare alcune delle gravi lacune segnalate. Ora, solo grazie ad una Organizzazione Non Governativa statunitense, si scoprono queste perdite, molto consistenti secondo quanto riportato da Report. Questi siti sono sotto il controllo di ministero della Transizione ecologica, Regione e Arta, quest’ultima molto impegnata a pubblicizzare il nostro territorio come regione del benessere. È sconfortante che siano degli attivisti a fare le veci delle strutture pubbliche che devono dare risposte ai cittadini invece di fare proclami, considerando che il metano è ormai da tempo sul banco degli imputati per le gravissime conseguenze sul clima delle emissioni incontrollate dagli impianti dei petrolieri».

Per il servizio di report: https://www.rai.it/programmi/report/inchieste/La-grande-fuga-ff6cda03-ad4e-40d1-b101-d3bd471e0798.html

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