In Ucraina con i mezzi militari della Cianci Armoring, «uno scenario di guerra non si dimentica facilmente»

«Quello che porterò sempre dentro di me è il ricordo dei volti e degli sguardi rassegnati degli ucraini, tra le vie di Leopoli, come se fossero solo in attesa che il peggio arrivi anche per loro». Così il fotografo e videomaker Alessandro Lanci racconta il suo viaggio in Ucraina, insieme al personale della Cianci Armoring, azienda lancianese leader nel settore dei veicoli blindati. L’azienda è stata incaricata per inviare mezzi e materiali a Kiev.

Negli anni, i servizi della Cianci Armoring hanno ottenuto la fiducia di capi di Stato e personaggi della politica internazionale, del mondo economico, industriale, ma anche vip, che si affidano a loro per la fornitura di vetture personalizzate. Vetture sicure e controllate quelle portate in Ucraina; i mezzi, infatti, sono certificati nella globalità di tutti i componenti di blindatura e sottoposte ai test balistici dei più qualificati istituti internazionali indipendenti.

«Non nascondo l’ansia arrivati al confine tra fermate, passaggi tra check point e controlli vari. – racconta Lanci – Ma una volta lì, complice l’adrenalina, mi sono stranamente sentito meglio, da quando però sono tornato a casa, l’ansia è ricomparsa di nuovo». Non è semplice entrare in quello che fino al giorno prima si era solo visto in tv e, per quanto ci si possa preparare, il luogo di un conflitto non è mai sicuro, anche dove sulla carta dovrebbe esserlo. «Siamo stati con personale specializzato, persone che fanno della sicurezza la loro mission, ma la paura di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato c’è stata. – racconta Lanci – Non abbiamo visto carri armati di giorno, ma di notte sirene e boati, come un temporale in lontananza, si sentono eccome. E svegliarsi con l’ansia di non sapere cosa stia accadendo lì fuori è una cosa che ti resta dentro».

Alessandro Lanci

Il focus del viaggio della Cianci Armoring era nella capitale ucraina, centro delle mire espansionistiche russe, ma Lanci & co. si sono spinti fino a Leopoli, dove si sono incontrati con don Moreno, della comunità di don Orione, a cui hanno portato viveri e medicinali speciali. «Il viaggio è stato infatti occasione per portare un po’ di conforto, concreto, a chi in questo momento non ha più nulla. Per colpa di Putin? Forse. – dice Lanci – Ma per quello che ho potuto vedere lì con i miei occhi, ho capito che è sbagliato fare il tifo per l’uno o per l’altro. Noi dobbiamo essere contro la guerra, punto. Ci sono troppi retroscena che da qui è difficile capire e conoscere».

Partito con l’intenzione di portare a casa un reportage di guerra, Lanci è tornato indietro con ben poco materiale tra le mani. «Ho provato a scattare o a fare qualche video, ma c’era sempre qualche militare con il mitra spianato a poche centinaia di metri. – racconta – non propriamente contro di me, ma ho preferito mantenere un basso profilo». Intanto, tra Frisa ed alcune farmacie ed associazioni del territorio, come Nuovo Senso Civico o i Podisti Frentani, continua la raccolta soprattutto di medicinali ma anche di generi di prima necessità per il popolo ucraino in vista di altri prossimi viaggi proprio con la Cianci Armoring. «Tornerò in Ucrania? Al momento dico di no, perché emotivamente è stato davvero impattante. Tra i ricordi indelebili i passeggini per bambini, tanti, fermi tra le vie, lasciati dalle mamme che probabilmente hanno dovuto viaggiare senza poterli portare e i tanti cani, soli, spauriti, tra le vie delle città. – conclude Alessandro Lanci – Magari però tra qualche tempo, viste anche le condizioni generali, mi passerà il magone che mi porto dentro e vorrò andare di nuovo. Uno scenario di guerra non si dimentica. Se non lo si vede del vivo, è difficile comprendere la devastazione che porta un conflitto».

Ucraina, il racconto di Alessandro Lanci

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