Caro gasolio, pescatori riconsegnano i documenti e restano a terra: «Così non si può più lavorare»

Da ieri sono fermi i pescherecci di tutte le marinerie d’Italia. I pescatori hanno deciso di fermarsi perchè, con l’aumento dei prezzi del gasolio, per loro è diventato anti-economico andare per mare. Il prezzo del carburante è schizzato oltre 1 euro, facendo salire alle stelle il costo per una singola giornata in mare. Per un peschereccio di medie dimensioni, il consumo giornaliero sale oltre i 1500 euro. Questa mattina gli armatori vastesi si sono ritrovati a Punta Penna, per controllare le loro barche – in una giornata segnata dal maltempo – e per compiere un gesto che ha valore sia concreto che simbolico. Si sono infatti recati negli uffici della Guardia Costiera per riconsegnare i libretti e i documenti di navigazione.

Abbiamo seguito gli operatori della marineria vastese nella riconsegna dei documenti, ascoltando le voci di Giuseppe Melizzi Palma, presidente della cooperativa Moto Pesca, Andrea Salvatore e Luigi Sabatini.

Servizio di Giuseppe Ritucci – Immagini e montaggio di Nicola Cinquina

Nelle voci di chi è abituato da sempre a fare una vita di sacrifici c’è lo sconforto per una situazione che diventa ogni giorno più pesante. «I costi sostenuti, se non ci saranno aiuti da parte delle istituzioni, superano le entrate. E così non si può andare avanti, siamo costretti a fermarci». Nella filiera della pesca, tra armatori, pescatori, pescherie, operano circa 300 persone. Sono 300 famiglie che si trovano ad affrontare l’ennesima difficoltà. Domani, a Roma, è previsto un incontro al Ministero da cui si attendono notizie positive che permettano alle marinerie d’Italia di tornare serenamente a fare il loro lavoro.

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