Caro gasolio, si fermano i pescatori: «Così non possiamo più andare avanti»

«Così non possiamo più andare avanti». Sono i pescatori a lanciare il loro grido d’allarme nel giorno in cui i motopescherecci sono rimasti attraccati alla banchina del porto di Punta Penna. Un’azione di protesta messa in atto dalle marinerie di tutta Italia, per accendere i riflettori su un settore messo in ginocchio dal caro gasolio. «Il carburante incide per il 90% sui costi di gestione dell’attività di pesca», spiega Luigi Sabatini, armatore vastese. «Nei giorni scorsi ci siamo riuniti con i colleghi delle altre marinerie italiane a Civitanova Marche, tutti viviamo la stessa drammatica situazione. Noi andiamo in mare per lavorare così da garantire gli stipendi ai nostri marinai. Ma cosa facciamo se i costi sono così esagerati?».

La rabbia dei pescatori: «È impossibile andare avanti»

Da oggi, per almeno una settimana, le barche resteranno in porto. «Oggi abbiamo un altro incontro a Pescara, per fare il punto della situazione. Chiediamo alle istituzioni di ascoltarci». La spesa per il carburante è arrivata alle stelle. «Oggi ci costa oltre un euro al litro – contro gli 80 centesimi di non molte settimane fa -. Impossibile andare avanti».

Il porto di Punta Penna – foto d’archivio

Con i pescherecci a terra resteranno chiuse anche molte pescherie. «Non ce la facciamo davvero più», dice Andrea De Rosa che questa mattina ha annunciato la chiusura della sua attività “a data da destinarsi”. «La pesca è sottoposta a tante regole, a cui ci siamo adattati sempre. Ma ora non è più sostenibile. Con questi prezzi del gasolio non si va avanti. Meglio chiudere tutto. E, se le cose non migliorano, saranno tante le attività che ne risentiranno».

Dopo essersi fermati, gli armatori andranno negli uffici della Guardia Costiera a riconsegnare i documenti delle loro imprese, per sancire l’impossibilità di lavorare. «Consegnamo i documenti con i nostri dipendenti tutti imbarcati – sottolinea Sabatini -. Anche perché, come accaduto in altre circostanze, per ottenere la cassa integrazione servono mesi. E qui ci sono famiglie che devono essere sostenute».

In settimana è previsto un incontro al Ministero, per discutere della grave situazione vissuta dal settore. I pescatori attendono soluzioni che possano permettere loro di andare in mare e lavorare mettendo un freno all’aumento del costo del carburante.

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