Sempre più serrande abbassate nelle città, Confcommercio: «Necessario Osservatorio per il rilancio»

La presidente di Confcommercio, Marisa Tiberio, preoccupata dalla riduzione delle attività commerciali di Chieti (centro e periferia), specchio della contrazione dei consumi acuitasi con la pandemia.

L’istantanea è stata scattata in occasione della settima edizione dell’Osservatorio nazionale sulla demografia d’impresa che, attraverso il braccio operativo degli esperti del Centro studi di Confcommercio, ha puntato l’attenzione su 120 Comuni medio grandi italiani, di cui 110 capoluoghi di provincia, e su 10 Comuni non capoluoghi di media dimensione.
Nel caso abruzzese di Chieti, rispetto al 2012, si è registrano 29 imprese in meno nel centro storico cittadino e 42 in periferia; stabile l’offerta di negozi al dettaglio che, addirittura, sono in numero maggiore rispetto a capoluoghi di provincia abruzzesi, come Pescara. Nel dettaglio, le attività commerciali a giugno 2021 erano 174 in centro storico e 416 in periferia. Nel 2019, prima della pandemia, si contavano in centro storico 173 imprese e 418 nei dintorni, con un confronto sostanzialmente stabile; negli ultimi nove anni a Chieti, di contro, è stato registrato un calo di 29 imprese nel centro storico e di 42 attività commerciali in periferia.

«Le cause – dice Marisa Tiberio – vanno ricercate nella stagnazione dei consumi e nell’avvento delle vendite online che, comunque, aiutano molti negozi a fare business meglio e in modo innovativo rispetto al passato anche se chi compra online difficilmente compra nel negozio fisico. Una tendenza negativa peggiorata con i mesi della pandemia e da un calo demografico preoccupante con Chieti che è il capoluogo di provincia con meno abitanti d’Abruzzo».
Il calo colpisce anche i consumi tradizionali «come abbigliamento, mobili, giocattoli, libri e calzature che escono dai centri storici per essere inglobati nell’offerta dei grandi centri commerciali periferici. Un fenomeno che rappresenta una vera e propria minaccia per la vitalità delle città».

Marisa Tiberio

Nonostante tutto, Chieti, secondo il Centro studi di Confcommercio, presenta sia nel centro storico che nel resto della città un’offerta commerciale in linea con le altre città abruzzesi e batte il centro storico di Pescara come presenza di commercio al dettaglio. Sono 133 le attività del centro storico di Pescara censite a giugno 2021 contro le 174 del centro storico di Chieti malgrado il capoluogo adriatico abbia ben 1678 attività nel non centro storico di cui 757 tra alberghi, bar e ristoranti.
Con i capoluoghi di Teramo e L’Aquila i numeri di Chieti città sono in linea e in alcuni casi anche superiori. Uscendo appena fuori dall’Abruzzo e prendendo in considerazione Ascoli Piceno, si registrano 135 attività in centro storico (Chieti 174) e 368 non in centro storico (Chieti 416).

«Abbiamo chiesto la costituzione di un Osservatorio perché riteniamo utile una maggiore integrazione progettuale tra i temi urbani e quelli economici, e questo è stato coerente – continua Tiberio – anche con la partecipazione attiva al tavolo del progetto denominato #comprateatino. È fondamentale rafforzare i partenariati locali e definire strategie condivise aderenti alle necessità dei luoghi, al fine di contrastare i fenomeni di desertificazione commerciale e valorizzare, così, il tessuto economico in tutte le sue forme e funzioni, incluse quelle di attrazione culturale e turistica, di sostenibilità di quartiere e di innovazione capillare e diffusa, migliorando al contempo la qualità e la coesione sociale».
Inoltre, Confcommercio chiede un reale coinvolgimento del territorio e una maggiore integrazione progettuale tra i temi urbani e quelli economici: «L’obiettivo è usare efficacemente i finanziamenti disponibili, a partire dalle opportunità contenute nel Pnrr per la rigenerazione urbana ma anche con riferimento alle ulteriori risorse per le città previste dalla nuova “politica di coesione 2021-2027” dal momento che la programmazione europea, nei prossimi sette anni, porrà il territorio e le città al centro degli obiettivi di policy con il fine di promuovere uno sviluppo integrato e realizzare strategie urbani sostenibili».

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