«La diplomazia è l’arma dei più forti», San Salvo marcia per la pace

«La diplomazia è l’arma dei più forti», «Il kalashnikov è l’arma dei senza armi». Sono alcuni dei messaggi esibiti durante la Marcia della Pace organizzata dal Comune di San Salvo per manifestare solidarietà al popolo ucraino alla quale, stamattina, hanno preso parte associazioni (tra loro quelle Combattentistiche e d’Arma, i gruppi di Protezione civile e la Croce Rossa), scuole, consiglieri comunali, parroci e cittadini. I partecipanti si sono ritrovati – come da tradizione per questo genere di iniziative – in piazza della Pace per poi attraversare la città e arrivare in piazza Papa Giovanni XXIII.
Alla guida del corteo le scolaresche della città con due striscioni: «L’Italia ripudia la guerra» e “Pace” in più lingue, ucraino compreso.

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«La partecipazione a questa marcia – ha detto il sindaco Tiziana Magnacca all’arrivo in piazza Papa Giovanni XXIII – è importante per ribadire che la nostra città dice un secco “no” alla guerra, un secco “no” al ritorno delle crudeltà, dice un secco “no” alle sofferenze che un atto barbarico come una guerra può portare a un popolo indifeso. È un momento anche per dare la nostra solidarietà assoluta al popolo ucraino. Nei prossimi giorni cercheremo di coinvolgere tutta la città in gesti concreti che possono essere anche quelli riguardanti l’ospitalità».

Parola poi al baby sindaco della città, Sara Taraborrelli: «A scuola ci insegnano che studiare la storia serve a non commettere gli stessi errori, ma per interessi politici c’è un nuovo conflitto. A dichiarare la guerra sono i potenti, a morire sono i civili costretti a subirne le conseguenze. La guerra non è risolutiva e non esiste litigio che non possa essere risolto con il dialogo sincero. Dobbiamo ambire nuovamente a una fiducia reciproca. In questo momento siamo vicini al popolo ucraino che sta vivendo il momento di paura. La pace deve essere il nostro unico obiettivo».
«I giovani dopo due anni di pandemia sono impauriti. Ora c’è la guerra alle porte dell’Europa, ma siamo pieni di speranza in un clima di dolore e di paura che vede la morte di civili inermi e i profughi in fuga verso la salvezza», gli interventi anche delle studentesse Sara Rossi e Lia Capitale dell’Istituto “Mattioli” che hanno ribadito il significato della parola “pace”.

 La manifestazione si è conclusa con i tre inni (italiano, ucraino e dell’Unione Europea) a suggellare la vicinanza al popolo alle prese con la crudeltà e le sofferenze della guerra. Sabato 5 marzo sarà la volta della marcia della manifestazione di Vasto.

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