Prosegue il botta e risposta sullo stop alla musica all’aperto a Vasto da ottobre a maggio. La questione è stata sollevata da un musicista vastese, Andrea Ianez [LEGGI], in una lettera aperta al sindaco, Francesco Menna, che ha replicato [LEGGI]. Ora la controreplica.
«Per prima cosa – scrive Andrea Ianez – voglio ringraziare Chiaro Quotidiano per lo spazio e la disponibilità e il sindaco per aver risposto anche se non ha chiarito niente ed è stato piuttosto liquidatorio dimostrando di non rendersi conto di quanto l’ordinanza limiti e discrimini una intera categoria, quella degli artisti locali. Se, come da Menna dichiarato: “basta chiedere una deroga al sindaco” facendo sottintendere che sia facile ottenerla allora perché non eliminare o modificare un’ordinanza che mortifica gli artisti ma anche gli esercenti e lo stesso paese? La piazza è noiosa, morta e quelli che dovrebbero essere considerati una risorsa si trovano costretti a portare la loro “passione”, alcuni la loro professione, altrove, dove gli viene offerto ciò che un’amministrazione di centrosinistra gli sta vietando. Caro Francesco, dire che basta chiedere la deroga sai anche tu che non è diverso da un secco no!!!, è quasi un deterrente per locali e musicisti».
«Vasto, per cultura, è già una piazza complicata per gli artisti, se il repertorio proposto non somiglia ad una playlist italiana anni Novanta riuscire ad ottenere una serata diventa al limite del possibile e allo stato attuale è il sindaco che decide quale locale può permettersi di organizzare degli eventi, situazione che fa sorgere ulteriori dubbi sulla reale motivazione del divieto che potrebbe essere visto, senza essere troppo malpensanti – sostiene Andrea – come: “un favore ad un determinato vicinato”. Deludente anche la silenziosissima ala più a sinistra che non si espone, sembra restia a rischiare. Credo di poter parlare a nome di parecchi musicisti chiedendo al sindaco e a tutta l’amministrazione di rivedere l’ordinanza che vieta la musica all’aperto da ottobre a maggio, essendo un enorme limite per gli artisti e sta inoltre impoverendo il paese privandolo di vita e colori. La sicurezza non è fatta di silenzio, quello si chiama in un altro modo e questo paese merita molto di più, specialmente dopo gli anni di pandemia».
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