«Ok alla richiesta di approfondimenti, ma evitare di essere contrari a priori all’eolico in mare». Nell’incontro di ieri in Comune era presente anche parte del variegato associazionismo ambientalista. A prendere la parola è stato Giuseppe Di Marco, per Legambiente Abruzzo di cui è presidente, che non ha usato mezzi termini nel replicare alle perplessità sollevate dall’amministrazione comunale (impatto visivo, su erosione e sulla pesca): «Finalmente si parla di impianti rinnovabili e lo si fa in una città che storicamente si è impegnata nella lotta contro le trivellazioni. Va benissimo chiedere delucidazioni. Ci preoccupiamo di chi fa il bagno qui e non dell’innalzamento globale delle acque causato dall’uso dei combustibili. Il problema dell’erosione potrebbe essere sollevato anche per il potenziamento del porto di Vasto».
Poi, la chiosa finale: «Non possiamo dire che questo impianto, se fatto bene, è dannoso per la costa, altrimenti non abbiamo capito in che epoca stiamo vivendo». L’intervento di Di Marco è stato l’unico proveniente dalle associazioni ambientaliste, per questo progetto probabilmente le posizioni saranno differenti da associazione ad associazione.
In aula c’era anche l’ingegnere Sergio Castellano che ha cercato, dopo la diffusione della notizia del progetto, di approfondire l’assetto societario della Np Francavilla Wind: è emerso che si tratta di una srl con 2.500 euro di capitale che fa riferimento a società inglesi e statunitensi. Quello del reale assetto societario sarà sicuramente un altro aspetto da chiarire.
«Qui che scelte ci sono? – ha incalzato Castellano – Avendo scartato ogni possibilità di estrazione di combustibili fossili, quali sono le alternative? Sarebbe opportuno che qualcuno iniziasse a proporre alternative per produrre la stessa energia di questo parco. Se entro il 5 dicembre (data indicata dal sindaco Francesco Menna per inviare le osservazioni al Comune che le integrerà alle proprie, ndr) abbiamo alternative, possiamo anche dire di no. Qui si tratta di scegliere il male minore».
Il parco off-shore da 800 Mw di potenza complessiva, dalla superficie di 12mila ettari in acque extra territoriali, sarebbe composto da 54 maxi-aerogeneratori galleggianti da 236 metri di diametro, i più grandi al mondo (ai quali andrebbe sommata l’altezza della torre che con la pala in linea porterebbe la quota a massima a circa 300 metri). I cavidotti necessari terminerebbero sulla spiaggia di Postilli nel Comune di Ortona che molto probabilmente sarà chiamato a una valutazione ambientale solo per questo aspetto a differenza di Vasto che, si presuppone, avrà una ridotta voce in capitolo per quanto riguarda l’iter autorizzativo.
LE PROSSIME TAPPE DELLA VICENDA – Il primo cittadino Menna ha inviato una lettera alla società convocandola in Comune per un incontro urgente da tenersi entro il prossimo 30 novembre. Per quanto riguarda l’iter della concessione demaniale marittima di 40 anni (in attesa che la società presenti il progetto anche al ministero della Transizione ecologica), il Comune (così come gli altri enti e portatori di interessi) potrà presentare le osservazioni entro il 10 dicembre. Menna ha invitato i presenti in aula (associazioni ambientaliste e di categoria, cittadini ecc.) a inviarne di proprie al Comune entro il 5 dicembre per inoltrarle, poi, tutte insieme. Lo stesso 5 dicembre, l’amministrazione renderà pubbliche le criticità sollevate che invierà agli enti preposti.