Non si fanno attendere le reazioni alla sentenza della Corte dei conti che ha accettato il piano di rientro per sanare la grave situazione finanziaria del Comune di Cupello. La decisione della Corte conferma la grave situazione economica e finanziaria anticipata in passato con le osservazioni sui bilanci consuntivi del 2018 e del 2019. Oltre all’ok al piano di rientro di 15 anni, il Comune dovrà inviare una relazione di sintesi, unitamente al parere del revisore dei conti e di un voto in consiglio, ogni sei mesi.
Insieme per Cupello e Risposta civica per Cupello, gruppi consiliari di opposizione, frenano l’entusiasmo della maggioranza annunciando l’inevitabile aumento delle tasse: «La procedura di riequilibrio è rimessa principalmente all’azione amministrativa sotto il controllo del revisore dei conti ma concretamente, per i cittadini, non ha prodotto una differenza sostanziale con un eventuale commissariamento. In entrambi i casi le tasse aumenteranno così come il costo dei servizi a domanda individuale. Aumentano quindi comunque i ‘prelievi forzosi’ nelle tasche dei cittadini per le suddette voci. L’allungamento del rientro del debito a quindici anni, inoltre, produrrà certamente maggiore liquidità nelle casse comunali se si considera il breve periodo, ma sul lungo periodo nella situazione di crisi attuale, l’inflazione rischia di rimangiarsi tutti i risparmi ipotizzati. Quindi no, la deliberazione della Corte dei conti, non ci sembra affatto una vittoria».

«Se i numeri nudi e crudi confermano lo stato di dissesto finanziario – aggiungono poi i due gruppi – che si vada al commissariamento, solo così noi cittadini abbiamo speranza che si tagli dove si deve tagliare, che si dicano dei no, che si denuncino le responsabilità, che ci sia quel cambio di metodo che serve a Cupello. Resteremo vigili e attenti affinché le risorse risparmiate, rappresentando un prelievo forzoso e aggiuntivo a carico dei cittadini, vadano spese e impegnate con saggezza e non la consueta leggerezza cui, questa maggioranza di centrodestra, ci ha tristemente abituato».