Via Verde, la Provincia verifica i lavori. Primavera: «Senza cambio di mentalità l’opera durerà ben poco»

I nodi della Via Verde arrivano al pettine con la speranza che non siano troppo grandi. Oggi i tecnici della Provincia di Chieti effettueranno un sopralluogo lungo i 42 chilometri della pista ciclopedonale della costa dei trabocchi per la verifica dei lavori. Si tratta di un passaggio obbligato prima di procedere al collaudo dell’opera e alla sua apertura ufficiale (vale sempre la pena ricordare che ancora oggi è un cantiere). Le indiscrezioni raccontano di una dura lettera di sollecito da parte della Provincia inviata alle imprese realizzatrici e di criticità riguardanti alcuni interventi di ripristino di tratti danneggiati in territorio di Vasto, i bagni, le migliorie dei bagni dei disabili e altri lavori sugli arredi.

Nonostante non ci sia mai stata l’apertura ufficiale della pista, durante l’estate la Via Verde ha fatto registrare il pienone non solo con gli utenti locali, ma anche con i cicloturisti che da tutta Italia stanno iniziando a conoscere l’opera diventata virale nei canali dedicati a questa tipologia d’esperienza: una frequentazione assidua che fa ben sperare che però presenta un rovescio della medaglia tutt’altro che positivo con danni e numerosi episodi di vandalismo. 

La Via Verde a Vasto

Iniziati nel 2017 (con cerimonia ufficiale in tutti i comuni attraversati), i lavori sarebbero dovuti terminare il 31 dicembre 2018, ma i tanti ostacoli incontrati nella realizzazione della pista sull’ex tracciato ferroviario (varianti in corso d’opera, problemi di sicurezza nelle gallerie, frane e smottamenti) ne hanno allungato i tempi.
L’opera è stata finanziata con 8 milioni 31mila 662 euro e 19 centesimi dai fondi europei Par-Fsc 2007-2013, i lavori sono stati affidati al gruppo di imprese costituito da Co.Ge.Pri srl di Guardiagrele (capogruppo), Di Persio srl di Montesilvano, Tenaglia srl di Casoli, Strade e Ambiente srl di Chieti. La verifica dei lavori riguarda tutto il tracciato a esclusione, ovviamente, dei tre tratti mancanti per i quali c’è bisogno di altri cinque milioni di euro (Punta Penna, Casalbordino Lido e località “Lago Dragoni” a Torino di Sangro).

Il tratto di San Vito con un’opera di Millo

«PROBLEMA CULTURALE» – L’ingegnere Paolo Primavera, a capo della Co.Ge.Pri, in vista del sopralluogo odierno della Provincia assicura che non ci saranno sorprese per quanto riguarda lo stato dei lavori, ma non usa mezzi termini nel giudicare il rispetto dei frequentatori verso la pista: «I lavori sono stati consegnati almeno due mesi fa, poi sono stati necessari nuovi e ripetuti interventi per ripristinare alcuni danni. Il problema è culturale, se la mentalità resterà questa, una volta aperta, la Via Verde durerà ben poco». 

Un tratto della Via Verde a Fossacesia

In attesa del responso ufficiale (la prossima settimana la Provincia di Chieti terrà una conferenza stampa a riguardo), Primavera non nasconde lo sconforto per quanto accaduto finora: «Ormai la pista è finita. In questi anni abbiamo assistito a di tutto. Per prima cosa è stato consentito l’ingresso anche con i lavori in corso, il che ha comportato disagi, poi la totale assenza di rispetto da parte delle persone: gente entrata con auto, mezzi agricoli, camion anche in fase di resinatura, vandalismo sugli arredi, lampade che sono state divelte, cordoli rotti, nessun rispetto da parte dei proprietari terrieri confinanti, rifiuti abbandonati dopo i pic nic. Ci è capitato di leggere critiche on line di lamentele sulle gallerie non illuminate: bene, in più occasioni abbiamo scoperto che i quadri elettrici erano stati forzati e le luci erano state staccate. Abbiamo installato la segnaletica con i limiti di velocità perché è una pista da passeggio e non per le corse, ma in pochi li rispettano e questo la rende un pericolo costante considerando che è frequentata anche da bambini. C’è davvero molto da fare dal punto di vista culturale».

La sosta selvaggia sulla Via Verde

L’invasione di automobili è una spina nel fianco che si ripresenta puntualmente soprattutto d’estate quando la pista viene scambiata per un parcheggio da chi deve raggiungere le spiagge. Uno degli ultimi casi si è registrato a metà agosto a Torino di Sangro con conseguente pioggia di sanzioni. Quest’ultimo è solo uno dei nodi che non saranno sciolti dal collaudo, ma che andranno affrontati per una gestione adeguata dell’opera: il controllo dell’infrastruttura, il futuro delle ex stazioni, l’eventuale concessione a un privato.

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