Tre strade per far uscire dall’abbandono l’ex Mario Negri Sud. Da polo d’eccellenza a cattedrale nel deserto. Ce ne eravamo occupati ad aprile [VIDEO]. Quello che è stato un centro ricerche tra i migliori d’Italia ora è uno scatolone vuoto. La questione è come riutilizzarlo.
La via del comodato d’uso gratuito dalla Provincia alla Asl non è percorribile. L’azienda sanitaria prenderebbe la grande struttura abbandonata e ne farebbe una cittadella dei servizi. Soluzione che non piace per nulla all’amministrazione comunale di Chieti: il sindaco, Diego Ferrara, teme che il capoluogo possa essere spogliato di una serie di uffici a scapito degli utenti. Ma il primo cittadino ha sollevato anche dubbi sulla regolarità della cessione gratuita dell’immobile del valore di 10 milioni di euro. L’operazione sarebbe destinata a finire sotto la lente d’ingrandimento della magistratura contabile, perché la Provincia perderebbe la possibilità di incassare una cifra considerevole sia in caso di vendita che in caso di locazione. Una vicenda che crea discussioni anche all’interno del Pd, che amministra il capoluogo e la Provincia.
«Sono perplessità – ammette il presidente della Provincia di Chieti, Francesco Menna – che vengono poste dalla Corte dei Conti nell’ultima sentenza emessa in Italia su una questione analoga, ma sono dubbi posti anche dalla Asl e dagli uffici della Provincia proprio in base a questa sentenza. Paradossalmente, è più facile donare il bene che darlo in comodato gratuito. Attualmente ci sono tre proposte: quella della Asl per arrivare a concepire in quella struttura degli uffici distrettuali, una del Neuromed (è un Irccs privato, istituto di ricovero a cura a carattere scientifico, con sede a Pozzilli, in provincia di Isernia, n.d.r.), e una proposta di un’associazione nazionale che avrebbe voluto comprare l’ex Mario Negri Sud. Noi, comunque, abbiamo pubblicato un nuovo bando di vendita, consultabile sul sito Internet della Provincia. Se questo bando dovesse andare deserto, metteremmo a gara la proposta di Neuromed, altrimenti valuteremmo con la Asl la possibilità di uno scambio compensativo. Teniamo presente che la Provincia paga al Comune di Santa Maria Imbaro 150mila euro l’anno di Imu per quella struttura».
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