Caro gasolio, barche ancora ferme in porto: «Siamo stremati. Le altre categorie si uniscano a noi»

Terza settimana di sciopero della marineria contro il caro gasolio. I motopescherecci, a Vasto come in altre località d’Italia, restano ormeggiati alla banchina del porto senza che per armatori e pescatori si vedano spiragli di luce. Il costo del carburante, prima fonte di spesa per l’attività di pesca, non scende, rendendo così non sostenibile l’uscita in mare. Ieri, il costo del gasolio per la pesca, sfiorava la soglia di 1,3 euro.

Gli operatori della marineria vastese, dopo la manifestazione del 30 maggio in porto, tornano a far sentire la loro voce. Una voce che racconta l’incertezza sul futuro, la disperazione per la situazione che stanno vivendo e l’assenza, al momento, di misure concrete e durature per permettere di riprednere con serenità la via del mare. È una voce che chiama a raccolta anche le altre categorie interessate dal caro gasolio, come agricoltori e autotrasportatori, per fare fronte comune nell’affrontare una problematica le cui conseguenze si aggravano giorno dopo giorno.

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