«Non abituiamoci agli aumenti». Con questo slogan i Cobas lanciano una serie di proposte per migliorare i trasporti pubblici e dicono «no» all’incremento dei prezzi che i pendolari sono costretti a sopportare. Inoltre, «il sud Abruzzo non viene praticamente servito dall’azienda regionale».

«La Regione Abruzzo – scrive in un comunicato l’esecutivo interprovinciale Chieti-Pescara della Confederazione Cobas – con non chalance ha comunicato aumenti del costo per il trasporto pubblico. Dopo qualche mese in cui la Regione ha sfacciatamente aumentato l’Irpef regionale per coprire i “buchi” della sanità abruzzese, ecco ora l’aumento del trasporto pubblico.
Siamo stati facili profeti alcuni mesi fa in cui pronosticammo aumenti del costo di servizi pubblici locali essenziali per la qualità della vita nella nostra regione (sanità, ora dei trasporti). Se questo avesse avuto un miglioramento tangibile della qualità di detti servizi, forse ce ne potevamo fare una ragione. Invece si assiste ad un peggioramento delle prestazioni e ad un aumento di costi per l’utenza tanto più ingiustificato, in quanto il servizio è sempre più scadente. Vogliamo fare l’esempio eclatante del trasporto nell’entroterra del Vastese, dove Tua è praticamente assente e le aziende locali non effettuano servizio domenicale, festivo e per la maggior parte anche di sabato. Inoltre lo scambio treno-bus e viceversa solo casualmente presenta coincidenze, che aiutano gli utenti ad optare per il mezzo pubblico, anziché ricorrere al mezzo privato. Questo, lo sappiamo, non avviene all’insaputa del governo regionale. Ma come risponde a bisogni insoddisfatti? Con gli aumenti. Ormai nella sanità il ricorso al privato in certe aree della regione sorpassa quella pubblica. Nel Tpl (trasporto pubblico locale) il sud Abruzzo non viene praticamente servito dall’Azienda regionale. Ergo gli aumenti non si giustificano affatto.
Allora cosa si potrebbe fare? Costruire bacini di utenza per aree omogenee con biglietto unico; incentivare abbonamenti combinati treno-bus di favore (Tua non ha anche il trasporto treno? bene potrebbe farlo con i suoi treni); collegare le aree pedemontane, creando sedi distretti in cui scambiarsi coincidenze lì dove la domenica non esiste collegamento, Tua dovrebbe agire da “sostituto”; introdurre biglietti collettivi (5 persone, biglietto collettivo, valido per tutto il fine settimana dentro i confini della regione, a prezzo scontato). Esiste già in Germania. Questo permetterebbe l’accrescimento della cosiddetta “utilità marginale”».
«E ai sindacati presenti nel Tpl (noi purtroppo non ci siamo) diciamo: cosa aspettate a dichiarare lo stato di agitazione? Se lo faceste, saremmo pronti a dare sostegno a questa battaglia. Se la Regione – conclude la Confederazione Cobas – non incontra un contrasto “efficace” andrà avanti con gli aumenti di altri servizi, spesso a scapito delle fasce di popolazione più deboli».