Il Parco nazionale della costa teatina mai nato, il WWF diffida Governo e Regione

Una diffida a provvedere alla conclusione del procedimento di legge per l’istituzione del Parco nazionale della costa teatina. Il WWF Italia, assistito dall’avvocato Alessandro Corporente, l’ha inviata alla presidente del Consiglio, al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e al presidente della Regione affinché si metta fine alla lunga vicenda iniziata nel 1997.

Il Parco fu individuato nel 1997, istituito nel 2001, perimetrato nel 2015 da un commissario ad acta, ma mai attivato. Nella diffida è stata richiamata la relazione annuale 2016 al Parlamento del ministro dell’Ambiente sullo stato di attuazione della legge quadro n. 394 del 1991 e il fatto che da circa un decennio le amministrazioni destinatarie della nota hanno ricevuto formalmente dal commissario ad acta gli atti formali e propedeutici (misure di salvaguardia e perimetrazione provvisoria dell’area protetta nazionale) per la definizione del procedimento previsto dalla legge quadro, «procedura, peraltro, di recente applicata senza indugio dal Mase per quanto concerne il Parco nazionale del Matese».

«Mentre si attende che gli enti deputati adempiano ai loro doveri istituzionali, sono state realizzate innumerevoli attività edilizie abitative e commerciali non consentite dalle misure di salvaguardia nel territorio perimetrato dal commissario ad acta, ciò con grave danno per l’ecosistema e la biodiversità della pregiatissima costa teatina che avrebbe dovuto, invece, essere custodita e tutelata dalle competenti autorità. Di fatto, ad oggi, le amministrazioni citate non hanno ancora concluso il procedimento previsto dalle leggi, omettendo, peraltro, di provvedere alla concreta tutela della biodiversità del territorio perimetrato già da circa un decennio», scrive l’associazione.

«La presenza di un’area protetta di rilevanza nazionale – dice Luciano Di Tizio, presidente del WWF Italia – rappresenta lo strumento più idoneo per assicurare una pianificazione territoriale capace di coniugare la conservazione degli ecosistemi naturali, la valorizzazione del paesaggio e un’offerta turistica sostenibile e di qualità. L’istituzione del parco nazionale permetterebbe inoltre di accedere a risorse specifiche, fondamentali anche per garantire la gestione e la manutenzione della Via Verde, oggi economicamente insostenibile per le amministrazioni locali. Confido che la nostra azione serva a far concludere un iter da troppo tempo immotivatamente bloccato».

Il WWF precisa inoltre che «in mancanza di risposte istituzionali concrete e tempestive, si riserva di intraprendere ulteriori iniziative, inclusi eventuali ricorsi in sede giurisdizionale». «L’auspicio – commentano la delegata per l’Abruzzo Filomena Ricci e le due responsabili delle strutture territoriali Ines Palena (WWF Area Frentana e Costa Teatina) e Nicoletta Di Francesco (WWF Chieti-Pescara) – è che questa iniziativa serva a far finalmente nascere davvero il Parco, fondamentale per l’ambiente ma anche per un rilancio turistico ed economico di un tratto di territorio costiero che, nonostante le tante aggressioni cementificatorie, ha conservato preziosi ambienti che meritano tutela e valorizzazione».

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