I consiglieri regionali di Patto per l’Abruzzo, ieri a Pescara, hanno tracciato un bilancio sulla legge per individuare le aree idonee a ospitare gli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili in Abruzzo.

«I nostri emendamenti– hanno spiegato i consiglieri di opposizione – hanno portato nella legge anche le osservazioni di associazioni di categoria, portatori di interesse, sindaci della Valle Subequana, del Fucino, del Vastese e del Triangolo d’oro dell’olio (Moscufo, Loreto Aprutino, Pianella). Grazie ai nostri interventi, infatti, sull’intero territorio regionale rimane la possibilità di realizzare impianti per l’autoconsumo e Comunità energetiche rinnovabili (CER) fino a 1 MW; analogamente, per il comparto agricolo del Fucino, è stata ottenuta una legislazione speciale, che lo tutela dalla nascita incontrollata di impianti, ma che al contempo consente alle aziende la realizzazione di sistemi di autoconsumo al fine di abbattere i costi dell’energia».
Questa la sintesi stilata dal Patto per l’Abruzzo sul risultato degli emendamenti presentati
Proposte approvate
COMUNITÀ ENERGETICHE RINNOVABILI: abbiamo presentato un emendamento per autorizzare la realizzazione di Comunità Energetiche Rinnovabili (Cer), fino a 1 MW, sia nelle aree giudicate idonee sia in quelle non idonee, salvaguardando la produzione di energia rinnovabile nelle aree interne, al fine di ridurre i costi dell’energia per l’utenza finale e non frenare azioni di sviluppo in territori già disagiati dall’assenza di altri servizi.
AUTOCONSUMO FINO A 1 MW PER TUTTI: autoconsumo fino a 1 MW sempre permesso anche nelle aree indicate come non idonee, sia per uso domestico, ma anche per uso produttivo. Permettere alle aziende di sostenersi con autoconsumo fino a 1 MW è una grande vittoria e un’immensa possibilità per consentire di gestire i costi e agevolare la transizione energetica dei territori per il nostro comparto produttivo.
SALVA FUCINO: la doppia norma speciale “Salva Fucino” tutela la piana del Fucino sia dall’installazione indiscriminata di pannelli fotovoltaici, sia garantendo un utilizzo sostenibile delle risorse energetiche per le imprese agricole. Abbiamo stabilito che le aree agricole ricadenti nell’ex alveo del lago Fucino, delimitate dalla “via Circonfucense”, siano classificate come non idonee alla realizzazione di impianti fotovoltaici, riconoscendone il valore strategico, economico e agricolo. È un risultato importante perché la norma licenziata dalla Commissione e approdata in aula non faceva salvo il fucino dalle zone buffer, cioè le zone idonee per 500 metri dagli impianti industriali e stabilimenti.
Allo stesso tempo, la norma consente l’installazione di impianti per l’autoconsumo anche collettivo a servizio delle aziende agricole stesse, rispondendo così all’esigenza di ridurre i costi energetici e sostenere la competitività delle imprese del settore. In questo modo, la legge garantisce una protezione efficace delle produzioni agricole, preservando le colture di pregio, pilastro dell’agricoltura regionale, senza rinunciare all’innovazione e alla sostenibilità.
VALLE SUBEQUANA: accolte le richieste dei sindaci della Valle Subequana, nelle aree ricadenti nei Parchi e nella Rete Natura 2000 sarà consentita l’installazione di impianti sulle coperture di fabbricati rurali, edifici produttivi, strutture destinate ai servizi, edifici residenziali e pubblici, oltre che su parcheggi e infrastrutture di trasporto. Verrà garantita la tutela dei centri storici, e delle aree di particolare pregio ambientale e paesaggistico.
GREEN SUL CEMENTO: inclusione tra le aree idonee di parcheggi e strutture di mobilità, sia in ambito industriale che fuori;
CAVE: siamo intervenuti anche su questo aspetto, stabilendo che le cave oggetto di ripristino non sono idonee all’installazione di impianti fotovoltaici, quando interessano produzioni agricole di pregio o coltivazioni legate alla valorizzazione delle tradizioni locali. In questo modo, tuteliamo il recupero produttivo, garantendo la salvaguardia delle eccellenze agricole.
CONSORZI DI BONIFICA: la norma prevede che, se le zone buffer dovessero essere porzioni di terreni interessati dalla contribuzione consortile, oltre al rimborso per l’infrastruttura irrigua, gli impianti fotovoltaici installati nei territori dei Consorzi di Bonifica siano comunque tenuti al pagamento del contributo consortile. Questa disposizione garantisce un utilizzo giusto del territorio, ed evita che i costi della gestione delle risorse idriche ricadano unicamente sulle aziende agricole consorziate, spesso piccoli agricoltori.
ULIVETI STORICI: abbiamo garantito una tutela significativa per queste aree, che restano non idonee all’installazione di impianti fotovoltaici con moduli a terra. Ma se uliveti storici dovessero essere ricompresi nelle aree buffer, perché vicini a strada e autostrade o perché vicini a industrie e stabilimenti verranno comunque esclusi se hanno almeno 70 piante per ettaro e una superficie maggiore di 5.000 metri quadrati. Era una richiesta pervenuta in maniera forte da sindaci e amministratori del triangolo d’oro dell’olio: Moscufo, Loreto e Pianella.
STRADE A DUE CORSIE: abbiamo chiarito un aspetto fondamentale sulle aree idonee all’installazione di impianti fotovoltaici per le zone adiacenti alla rete stradale, come definite dal Nuovo Codice della Strada. Gli impianti potranno essere realizzati esclusivamente lungo arterie con almeno due corsie per senso di marcia, entro una distanza massima di 300 metri dal ciglio stradale. È una ulteriore salvaguardia delle aree agricole.
AIUTI AI COMUNI: grazie al nostro lavoro in consiglio i Comuni, per i soli interventi di realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili che comportino il raggiungimento di una soglia di potenza fino a 1 MW, possono prevedere compensazioni territoriali in misura non superiore allo 0,2 per cento dei proventi su base annua. Per gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili che comportino il raggiungimento di una soglia di potenza oltre a 1 MW, l’eventuale previsione di oneri è consentita nei limiti e secondo le modalità stabilite dalla normativa statale vigente in materia.
OPERAZIONE TRASPARENZA: inserimento di un articolo integralmente aggiuntivo (art 4 bis) in materia di monitoraggio. L’osservazione dovrà essere garantita al fine di stilare un report annuale sul raggiungimento degli obiettivi posti dal Governo, a livello comunale, provinciale e regionale. La relazione dovrà essere sottoposta al consiglio regionale, al comitato per la legislazione e alla commissione competente indicando la potenza di picco, il numero di istanze rilasciate e quelle in fase istruttoria.
DISPOSIZIONE TRANSITORIE: secondo il centrodestra venivano fatte salve tutte le domande presentate prima dell’approvazione della legge, come per esempio gli impianti solari del vastese. Con la nostra attività siamo riusciti a retroagire al termine del 18 dicembre 2024, ma il risultato non ci soddisfa pienamente. Avremmo voluto andare oltre per garantire equità a tutti i territori (riguardo a tale punto è bene ricordare che la nuova legge, nel Vastese, potrà essere applicata solo a 2 progetti su 11, LEGGI).
Proposte respinte
ARAP E ZONE INDUSTRIALI: con un emendamento chiedevamo di ampliare le aree idonee in quelle zone già consumate e impermeabilizzate da fabbricati o altri utilizzi. Avremmo garantito l’installazione di impianti in ottica di consumo zero del suolo. Tra queste le aree Arap e del nucleo industriale di Chieti Pescara.
PRIORITÀ NELLE AREE DA AUTORIZZARE: nell’emendamento indicavamo un ordine di priorità per l’installazione di impianti, partendo appunto dalle aree industriali.
DOPPIA FUNZIONE DEI PORTI: abbiamo presentato un emendamento per inserire tra le aree idonee i Porti e gli interporti.
IBA E PATOM: con questo emendamento chiedevamo di inserire nelle aree non idonee le zone Iba (Important Bird and Biodiversity Area) e le zone indicate dal Patom (Piano d’Azione nazionale per la tutela dell’orso bruno Marsicano) al fine di tutelare la specie protetta.
STRADE: abbiamo chiesto che la legge abruzzese non citasse le strade da cui sono previste zone buffer entro i 300 metri.
AREE RURALI: con un emendamento chiedevamo di inserire nelle aree non idonee anche quelle che avevano avuto “aiuti”, ricomprendendo tra questi anche alcune voci del Psr.
PANORAMI E CENTRI STORICI: con un emendamento abbiamo chiesto di inserire tra i beni paesaggistici non idonei i complessi di cose immobili che rappresentano un valore estetico e tradizionale, e le bellezze panoramiche, come ad esempio i belvedere accessibili al pubblico dai quali si gode della bellezza di paesaggi.