Stallo gigafactory, Usb: «Serve un fondo a sostegno dei lavoratori»

Un fondo per integrare l’assegno della cassa integrazione fino al 100% del salario. A chiederlo è l’Unione Sindacale di Base (Usb) a fronte dello stallo e delle incertezze sulla gigafactory di Termoli.
La sigla sindacale aveva già espresso le proprie preoccupazioni un anno fa definendo la realizzazione della gigafactory «una foglia di fico che Stellantis usa per mascherare un progressivo disimpegno sulle produzioni meccaniche nello stabilimento di Termoli».

«L’auspicio del presidente della Regione – scrive oggi l’Usb – di scorporare il progetto dal tavolo ministeriale su Stellantis era solo una desiderata perché era palese che non conveniva al governo, che metteva sul piatto tra i 400 e i 600 milioni di euro del Pnrr, e neppure a Stellantis che usava l’impianto come contropartita nella complessiva trattativa sugli stabilimenti italiani».

«Riteniamo ancora fondamentale che tali investimenti vengano realizzati con garanzie occupazionali per i dipendenti Stellantis e ambientali per il territorio, ma ora è imprescindibile occuparsi delle ripercussioni economiche che colpiscono i lavoratori che tornano a subire gli ammortizzatori sociali dopo averli patiti massicciamente negli ultimi 10 anni con perdite salariali non indifferenti».

Per questo motivo, il sindacato chiede a Regione e Governo la creazione di un «fondo che sostenga i lavoratori del settore automotive che integri l’assegno Cigs fino al 100% del salario, inizino a incentivare la riduzione dell’orario lavorativo settimanale a 32 ore a parità di salario e mettano mano ad una legge contro le delocalizzazioni che sono in atto anche nello stabilimento Stellantis di Termoli, in quanto alcune produzioni vengono semplicemente spostate in altri Paesi e non perché a fine produzione. Adesso che sembra che in tanti si siano svegliati, auspichiamo che finalmente ci sia una presa di coscienza sulla gravità della crisi del settore automotive che rischia seriamente di scomparire dal Paese dopo esser stato per quasi un secolo un punto di forza per la nostra economia».

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