La cassa integrazione tutelerà i livelli occupazionali alla Esplodenti Sabino fino all’11 febbraio 2025. È quanto emerso dalla riunione tenutasi ieri da remoto tra azienda, organizzazioni sindacali, Ministero e Regione. L’ammortizzatore sociale è in scadenza il 13 agosto, si è quindi resa necessaria una proroga.
L’attenzione dei lavoratori è ovviamente puntata sul futuro dell’attività che si divide in tre fronti. Innanzitutto il riottenimento delle licenze sospese dalla prefettura di Chieti dopo la strage sul lavoro del 13 settembre 2023. L’azienda avrebbe corretto alcune criticità e secondo le previsioni fornite dal presidente del cda, Gianluca Salvatore, il via libera potrebbe arrivare per la fine del mese di settembre (tutto dipende sempre dai rilievi del Comitato Tecnico Regionale). C’è da capire, in questo caso, quali attività si svolgerebbero all’interno del sito considerato che in passato era emersa la volontà di interrompere le lavorazioni più rischiose legate alla demilitarizzazione di ordigni. Almeno in una prima fase, quindi, tali operazioni dovrebbero essere escluse in attesa di adottare procedure differenti.
C’è poi lo stabilimento di Pollutri che, secondo le prime previsioni, avrebbe dovuto aprire già nei mesi scorsi. Qui pare siano in corso i colloqui e che almeno il settore amministrativo stia già lavorando. Tale stabilimento sulla fondovalle Sinello, Cobat Ecofactory, opererà nello stoccaggio e recupero delle batterie esauste e potrebbe rappresentare un’alternativa per i lavoratori in uscita dalla Esplodenti Sabino.
Infine, l’acquisizione da parte della multinazionale tedesca Rheinmetall Italia Spa (Rwm). L’interesse di questa società per il sito casalese è emerso già a inizio anno, la vendita non è stata ancora perfezionata, ma sarebbe solo questione di tempo.