Sono in corso i lavori a Pollutri per la costruzione di un impianto di recupero di pile, batterie e accumulatori e per lo stoccaggio di rifiuti. L’insediamento prende il nome di Innovative and Sustainable Plant for Batteriers Recycling ed è stato proposto dalla Cobat Ecofactory srl, società costituita per l’occasione con sede locale nello stesso paese e con Gianluca Salvatore presidente del cda e attuale presidente della Sabino Esplodenti nella vicina Casalbordino.
La fabbrica sarà localizzata in un sito già occupato in parte dal capannone di una precedente attività nella zona industriale di contrada Colle Leoni, a ridosso della strada provinciale 154 (fondovalle Sinello) a poca distanza dal casello dell’A14 “Vasto Nord” e di fronte a parte della riserva naturale “Bosco di don Venanzio”. L’impianto è sottoposto a richiesta di autorizzazione unica alla gestione di rifiuti della Regione.
Lo stesso sito, si legge nella relazione tecnica, è «già stato legittimato alla gestione dei rifiuti attraverso un atto amministrativo per un impianto sperimentale sempre legato al recupero delle stesse tipologie di rifiuti sopra riferite».
L’attività
Lo stabilimento – che dovrebbe prevedere l’occupazione di 30 unità – opererà principalmente nella gestione di rifiuti per il recupero di pile e batterie al litio e alcaline e allo stoccaggio di rifiuti pericolosi e non. Nella documentazione prodotta dalla società si legge che tale tipologia di impianto risponde alla diffusione crescente delle batterie (anche in riferimento alla produzione di veicoli elettrici) e che «la domanda globale sta aumentando rapidamente ed è destinata ad aumentare di 14 volte entro il 2030. L’UE potrebbe rappresentare il 17% di tale domanda. Da quanto illustrato il mercato esiste e si ha una esigenza concreta di questo impianto di recupero del litio dalle pile e batterie».
«La presente iniziativa – spiega la ditta proponente – mira a garantire quanto previsto dal quadro legislativo e dagli obiettivi dell’UE per le batterie: portare l’obiettivo di raccolta differenziata di pile e batterie portatili dall’attuale 45% al 70% entro il 2030; per le batterie provenienti da mezzi di trasporto leggeri il 51% nel 2028 e il 61% nel 2031».
Trattamento, rifiuti e quantitativi
Nella relazione tecnica si legge che la potenzialità dell’impianto prevede il trattamento di 2.574 tonnellate annue di batterie alcaline, altre batterie e accumulatori e altri rifiuti prodotti dal trattamento meccanico. Per quanto riguarda gli altri tipi di batteria per il solo stoccaggio (batterie al piombo, nichel-cadmio, contenenti mercurio, elettroliti di batterie e accumulatori oggetto di raccolta differenziata, batterie e accumulatori) sono citate 7.100 tonnellate annue. Infine l’attività ha un potenziale di 13.800 tonnellate annue per lo stoccaggio di una grande quantità di categorie di rifiuti tra i quali toner esauriti, imballaggi, apparecchi fuori uso, catalizzatori esauriti (contenenti oro, argento, renio, rodio, palladio, iridio o platino), imballaggi metallici contenenti matrici solide porose pericolose (ad esempio amianto) ecc.
I rifiuti saranno stoccati in apposite aree per un tempo medio di 90 giorni, alcuni dei quali saranno inviati agli impianti finali al massimo entro un anno.
Tra i vari componenti recuperati figurano il nichel (destinato al mercato di produttori di batterie, aziende chimiche, cosmetiche ecc.), il cobalto (avviato al mercato dei produttori di batterie al litio e di reagenti chimici), l’idrossido di zinco (riusato per biostimolanti, farmaceutica e cosmesi) e idrossido di manganese (fertilizzanti).
Questi prodotti saranno stoccati «fino al raggiungimento della quantità minima utile all’ottimizzazione del trasporto verso i clienti (un tempo medio di circa 120 giorni).
L’impianto, infine, avrà quattro punti di emissione (torcia, sfiato dello scrubber, aspiratore taglio delle pile e tre sfiati degli aspiratori del laboratorio) per i quali è previsto un abbattitore.
I tempi
Il 24 maggio scorso è iniziata la conferenza dei servizi asincrona. Entro il 18 luglio gli enti coinvolti possono chiedere eventuali integrazioni documentali che la società dovrà fornire entro il 2 agosto. Entro il 23 agosto, gli stessi enti dovranno inviare le proprie determinazioni e il 1° settembre sarà convocata l’eventuale conferenza in modalità sincrona.
Senza intoppi nell’iter autorizzatorio, quindi l’impianto potrebbe iniziare le attività entro la fine dell’anno.