Esplodenti Sabino ancora ferma al palo. Trattative con una multinazionale tedesca

Ancora un nulla di fatto e incognite che non si diradano sulla data di ripartenza delle attività alla Esplodenti Sabino chiusa dal incidente del 13 settembre 2023. Ieri, dalla riunione tra dirigenza e sindacati, non sono emerse date precise per un ritorno al lavoro dei circa 70 dipendenti. C’è bisogno di una nuova licenza dalla prefettura di Chieti, sui cui tempi non c’è certezza.

«Allo stato attuale non c’è ancora nulla – conferma Emilio Di Cola della Filctem Cgil – Siamo a 2-3 mesi fa e non è possibile dare una risposta sui tempi per una riapertura». Il prefetto Mario Della Cioppa nelle ore successive all’esplosione del 13 settembre ha sospeso le licenze necessarie per svolgere le lavorazioni all’interno del sito. Al momento, di certo c’è solo la cassa integrazione accordata qualche settimana fa.

Gianluca Salvatore

In attesa di nuove notizie, proseguono le trattative con un acquirente estero. Si tratta della Rheinmetall Italia S.p.A (Rwm), specializzata in sistemi radar e difesa aerea e facente capo all’omonima multinazionale tedesca (Rheinmetall Group). È probabile che tale società sia interessata al rilevamento del ramo d’azienda che si occupa delle lavorazioni più rischiose. Il presidente del cda della Esplodenti Sabino, Gianluca Salvatore, ha confermato di non voler più occuparsi della demilitarizzazione.

Intanto, da mesi si attende anche l’avvio della nuova attività in territorio di Pollutri, riconducibile sempre a Salvatore, che potrebbe assorbire una trentina di lavoratori nello stoccaggio e recupero delle batterie. Lo stallo pare sia dovuto ad autorizzazioni regionali.

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