«Più controlli», ma senza uomini e mezzi. L’annunciato giro di vite per ridurre gli incidenti e i comportamenti alla guida pericolosi sulla Statale 650 Trignina rischia di rivelarsi un flop già prima di iniziare. La convocazione del vicequestore aggiunto Tommaso Vecchio al tavolo tenutosi ieri nella sede di Chieti della polizia stradale era rivolta ai comandanti di polizia locale di San Salvo, Cupello, Lentella, Fresagrandinaria, Tufillo, Celenza sul Trigno, San Giovanni Lipioni e Castelguidone, i Comuni che affacciano sulla Trignina; nella convocazione è stata dimenticata Schiavi di Abruzzo.
Gli unici comandanti presenti erano quelli di San Salvo e Cupello, per il resto c’era qualche amministratore dei paesi citati. Il motivo è molto semplice: i Comuni da Lentella a Schiavi di Abruzzo non hanno il servizio di polizia locale, la convocazione era rivolta a comandanti che non esistono. Per questo motivo l’annunciato incremento di controlli, altrettanto semplicemente, non potrà svolgersi al di fuori del tratti di San Salvo e Cupello, unici Comuni ad avere mezzi e personale a disposizione.
Detta in modo ancora più chiaro: la gran parte del tratto abruzzese resterà senza controlli perché non c’è nessuno che li può fare. Nell’incontro di ieri i sindaci presenti hanno sollevato questo punto, si è ventilata l’ipotesi di un consorzio tra Comuni per assicurare il servizio, ma si tratta di un’idea appena abbozzata e, nel caso si decidesse di proseguire su tale strada, di non immediata esecuzione. Dal canto suo, la polizia stradale, alla richiesta dei sindaci avrebbe risposto di non avere personale sufficiente per garantire questo servizio.
E gli autovelox fissi? Tale ipotesi è stata data come “in esame” per una futura implementazione, ma il problema resterebbe lo stesso. Chi gestirebbe tali postazioni fisse, direttamente i Comuni?
Il tratto quindi più rischioso, quello costellato da numerose curve dove quotidianamente si assiste a comportamenti azzardati, quello dove si sono verificati più sinistri, resterà scoperto perché nessuno è in grado di garantire controlli serrati, anzi si cerca di mollare la patata bollente ai piccoli comuni che non hanno risorse per farlo.
La strada concepita a fine anni Ottanta come collegamento veloce tra i paesi e la costa e diventata rapidamente un’arteria fondamentale di scambio tra Tirreno e Adriatico è destinata a restare così com’è: senza maggiori controlli (se non nel tratto finale di Cupello e San Salvo) e senza interventi strutturali ormai diventati solo proclami elettorali e boutade parlamentari. Non resta che affidarsi al buonsenso di chi guida (e le premesse non sono buone) ed eventualmente alla preghiera.
‘Annamo bene.
La distanza con la realtà che ha questo tipo di dirigenza, politica o di altro genere, è davvero disarmante.
un tempo, quando gli investimenti non servivano a coprire buchi di altro genere, esisteva sia la polizia locale che … va beh, un tempo che non tornerà. c’è poco da dire.