Idrogeno nel Vastese, tempi sempre più stretti: ecco perché c’è il rischio che resti un miraggio

L’idrogeno che si perde tra pastoie burocratiche, ricorsi e “ci siamo quasi”, così rischia di sfumare l’opportunità per il Vastese, destinatario, almeno sulla carta di 16,5 milioni di euro. La vicenda è quella dell’avviso pubblico della Regione finanziato con oltre 20 milioni di euro dal Pnrr Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, componente 2 “energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile”, investimento 3.1 “produzione in aree industriali dismesse”.

Alla scadenza dell’avviso, l’11 marzo 2023, sono state nove le società che hanno presentato la propria proposta. Tre di queste sono state ammesse al finanziamento nella graduatoria pubblicata il 31 dello stesso mese con questo ordine: 6,4 milioni di euro per la Konia srl che già opera in Val Sinello e nel progetto ha inserito un capannone dismesso acquistato per l’occasione, 10 milioni di euro per l’Arap che ha deciso di dare nuova vita all’ex Cotir di Vasto e 3,7 milioni di euro per la BluSolar Rosciano srl di Popoli (Pe).

L’ex Cotir

Dal giorno di pubblicazione della graduatoria, oltre ad annunci e convegni, si è mosso ben poco, circostanza che preoccupa i destinatari dei fondi visto che, trattandosi di Pnrr, le scadenze sono serrate e inflessibili: gli impianti per la produzione di idrogeno verde devono essere completati entro il 31 dicembre 2025. Restano quindi due anni e un mese, tempi non certo larghi considerando la complessità degli interventi e la burocrazia per realizzarli.

A congelare l’iter sono stati soprattutto i ricorsi al Tar di alcune ditte non ammesse al finanziamento. Tra queste ci sono la Global Solution di Lanciano e la vastese Floew che ha presentato un progetto insieme alla Pilkington di San Salvo per le esigenze energetiche di quest’ultima, tra le principale aziende energivore d’Italia. Il tribunale amministrativo non ha accolto i ricorsi e il gruppo Floew/Pilkington si è rivolto così al Consiglio di Stato che si pronuncerà nel merito solo il 15 febbraio 2024. Il progetto delle due aziende del Vastese era stato escluso dalla graduatoria a causa di carenze documentali.
Nell’attesa del pronunciamento da parte del massimo organo di giustizia amministrativa, la Regione potrebbe proseguire con l’iter, ma di fatto è bloccato probabilmente dal timore di una soccombenza che la vedrebbe dover pagare un cospicuo risarcimento danni.

È qui che si finisce in desolante stallo – a differenza di altre regioni dove si sta procedendo con gli adempimenti – che rischia di far sfumare il miraggio del distretto vastese dell’idrogeno. Se infatti dagli uffici della Regione si dicono fiduciosi per l’esito del giudizio al Consiglio di Stato assicurando quindi che «si sta andando avanti definendo la documentazione che abbiamo richiesto alle ditte» e che «a giorni firmeremo l’atto d’obbligo con loro che così potranno iniziare con le attività», le impressioni tra le destinatarie del finanziamento – tra l’altro non a conoscenza di queste imminenti firme – sono di tutt’altro tenore.

Stati d’animo che trovano giustificazione anche sul sito della Regione, dove l’ultimo atto pubblico del dipartimento Territorio e ambiente in merito risale al 27 luglio 2023. Con quel documento, proprio in virtù dei ricorsi, si prorogava l’adozione del provvedimento di concessione delle agevolazioni al 30 settembre scorso. Dopo quest’ultima data non ci sono stati aggiornamenti.

Il timore delle ditte – che tra l’altro, davanti a tale incerto limbo, difficilmente firmerebbero un atto che le vincolerebbe esponendole a penali – è ben fondato considerando la complessità degli interventi e lo sarebbe ancora di più se il Consiglio di Stato dovesse esprimersi a favore delle ricorrenti. Trattandosi di società escluse dalla graduatoria – e non di partecipanti che ricorrono contro il piazzamento nella stessa – si potrebbe arrivare a una ripubblicazione del bando, ma con le stesse scadenze per la realizzazione degli impianti. Ipotesi queste che, davanti anche all’assenza di atti ufficiali della Regione, spaventano e potrebbero indurre a una rinuncia al finanziamento se i tempi dovessero stringersi troppo.

Nel frattempo, all’assenza di atti fanno da contraltare gli appuntamenti in cui si “pratica teoria”. Dopo quello di giugno (nelle foto su, nda) in cui l’Arap annunciava l’inizio dei lavori nel 2025 [LEGGI], venerdì 1° dicembre (ore 18), è in programma a Palazzo d’Avalos il convegno – organizzato da Regione, Arap e Terrà – L’idrogeno: rivoluzione verde e transizione ecologica che ha come profetico – probabilmente azzardato? – sottotitolo La Regione Abruzzo ridarà nuova vita all’ex Cotir.

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