Cittadini davanti a quel che resta dell’acero secolare: «Tecnici spieghino perchè non si poteva salvare»

Un’assemblea pubblica per chiamare a raccolta tutti i cittadini che hanno a cuore il patrimonio arboreo di Vasto. L’ha proposta Stefano Taglioli, referente del Gruppo Fratino Vasto, durante l’iniziativa indetta da Italia Nostra del Vastese in occasione della Giornata nazionale degli alberi, che fu celebrata per la prima volta esattamente un secolo fa. Un gruppetto di cittadini si è riunito sulla balconata di piazza Marconi, davanti quel che resta dell’acero piantato nel 1879 e reciso pochi giorni fa. Sul moncone del tronco mani ignote hanno spruzzato della vernice rossa. Della storica pianta restano solo il collare e le radici aggrovigliate nell’aiuola quadrata. Secondo l’amministrazione comunale, la decisione era inevitabile.

Nel centro storico era il terzo albero secolare. Ne sono rimasti due: uno nella contigua via Tre Segni, l’altro dentro la villa comunale, chiusa oggi pomeriggio perché è in corso l’abbattimento di altri pini dopo quelli segati dopo la tempesta di vento della notte tra il 2 e il 3 novembre. Ad avere un centinaio d’anni è anche il pioppo di piazza Rodi, a Vasto Marina. L’agronomo Luigi Cinquina lancia l’allarme: ci sono rami malati, la storica pianta che si trova di fronte alla chiesa di Stella Maris va curata, altrimenti rischia di marcire. In questa intervista, Cinquina esprime il suo parere sull’abbattimento dell’acero centenario.

Lo storico Luigi Murolo chiede ai tecnici del Comune di Vasto di spiegare perché non c’è stata alternativa al taglio dell’acero secolare.

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