Da qualche giorno Vasto ha perso l’albero probabilmente più rappresentativo. Il grande acero di piazza Marconi non c’è più, è stato tagliato «perché completamente secco». Il possente albero era stato piantato – così come ricostruisce lo storico Luigi Murolo con la deliberazione di consiglio comunale dell’epoca – il 13 ottobre 1879. Durante la fase vegetativa, con la sua larghissima chioma dominava la piazza e regalava a residenti e turisti splendidi scorci con il golfo sullo sfondo e riparo all’ombra durante le torride giornate estive; nel periodo natalizio, invece, veniva addobbato.
Per il sindaco Francesco Menna «è stata una decisione presa a malincuore, eravamo tutti affezionati a quell’albero e veniva correttamente manutenuto. Purtroppo era completamente secco. Abbiamo deciso di tagliarlo perché non più sicuro, circostanza certificata anche dagli organi competenti. Si è seccato in breve tempo, non sappiamo il motivo, se a causa di fattori esterni o perché aveva concluso il suo ciclo vitale. Per noi era diventato un simbolo del Natale, per questo lo decoravamo con le luci. Dispiace, proveremo a capire come sostituirlo».
«È stato l’essere vivente più longevo della città – scrive Murolo che ricorda alcune fasi storiche delle quali l’albero è stato “testimone” – Sotto la sua chioma ha visto il passaggio di ben 22 sindaci avvicendatisi alla guida del Comune. Ha sperimentato su di sé la “Grande Guerra” e la Seconda guerra mondiale. Ha visto passare sotto di sé per oltre un mese l’autovettura con, a bordo, il Maresciallo Montgomery».
Dell’albero-simbolo della città ora restano solo il tronco e le storiche radici, in attesa della rimozione. Lo stesso Murolo non risparmia una stoccata sulla gestione del verde in città: «Centinaia di alberi abbattuti. Con uno solo malato, divenuto un fantasma nel buio, ancor prima della sua morte dichiarata. Nessuna ricerca eziologica per capirne le cause. Per un albero? Vissuto appena 144 anni in un ambiente urbano? Qual è il problema! […] Mi chiedo: si può continuare a vivere in una città che nega la vita alla struggente bellezza del verde arboreo e che esclude i suoi abitanti dal rapporto con le antiche carte della memoria collettiva?».
Dava fastidio a qualcuno?