Di cosa parliamo – A poco meno di cinquant’anni dal Piano Kurokawa (articolo e video), torna d’attualità il tema della fusione tra Vasto e San Salvo. Unire i due comuni: il dibattito si innesca nuovamente proprio mentre, 70 chilometri più a nord, Pescara, Montesilvano e Spoltore hanno deciso che nel 2027 diventeranno un unico comune.
A integrazione e precisazione del suo precedente intervento, lo storico Luigi Murolo ci ha inviato un altro testo. Lo pubblichiamo.
Alcune considerazioni che mi sembrano necessarie. Nel mio precedente intervento ho sottolineato che anche se arrivassimo 2074, il piano Kurokawa non troverà mai realizzazione. E cerco di precisare il perché. Al celebre architetto giapponese (8 aprile 1934-12 ottobre 2007) era stato affidato il compito di redigere un piano tecnico urbanistico. Nel caso specifico, un piano intercomunale. Senza nessun’altra specificazione, Senza nessun’altra finalità. Doveva semplicemente ipotizzare una progettualità capace di raccordare urbanisticamente due centri divisi da un difficile rapporto territoriale collinare. Con una difficile la conurbazione tra gli abitati, molto più semplice difficoltà alla marina. Come si può notare, una risposta tecnica, pianificativa, a un quesito posto dal committente: il sindaco di Vasto Nicola Notaro.
Qual era la domanda? La possibilità di condividere un piano regolatore – ovviamente modificabile – previste tra due comuni. Va da sé che per Notaro era il primo passo per una possibile unificazione. Ciò che non era questo il problema da discutere, ma un piano tecnico in grado di regolare le diverse istanze tra due comuni. Nulla di più.
Ci sarebbe stata l’unificazione? Non ci sarebbe stata? Tutto era lasciato nelle mani della politica. Ho parlato di mani perché il cervello non sempre è in grado di regolarle.
Ribadisco. Il piano era solo un Piano Intercomunale. Quindi evitiamo di attribuirgli un valore miracolistico o meno di fusione amministrativa.
Ripeto! Il tema politico era del sindaco Notaro. E del sindaco Notaro ne era stata l’idea. A Kurokawa era stato affidato il solo compito di realizzare un piano urbanistico tra due comuni. Nulla di più Non prevedeva alcuna unificazione amministrativa. Va da sé che, dal punto di vista storico, ciò è da attribuire esclusivamente alla visione politica del sindaco e non al piano intercomunale.
Fatta questa precisazione, mi si permetta una semplice considerazione.
Io sono un vecchio laureato in filosofia. E non so far di conto. Però, posso sempre cimentarmi con addizioni e sottrazioni. Salvo errori di calcolo, mi piace ricordare che, dal punto di vista demografico, nel 1971 (stando al censimento ufficiale più prossimo alla data di presentazione del progetto), Vasto aveva 24944 abitanti, San Salvo 7502 per un totale di 32446 abitanti. Qualcuno diceva: troppo pochi abitanti per una superficie complessiva di 91,05 kmq (71,35 kmq. Vasto + 19,7 kmq San Salvo). Oh, perbacco! Ma davvero? Faccio presente che Atessa ha una superficie di 110,98 kmq per 10294 ab., Palena 91 kmq. per 1362 ab., Montenero di Bisaccia 93,32 kmq, per 6191 ab. Stando così le cose, erano davvero così pochi, in quegli anni, gli abitanti tra Vasto e San Salvo per una superficie cosi estesa?
Magari immaginavano altro. Tanto per un raffronto. Sapete che superficie ha il comune di Napoli (mi riferisco proprio all’ex-capitale del Regno delle Due Sicilie)? 117 kmq. Vale a dire, appena 6 kmq. in più di Atessa, 26 kmq in più di Palena, 23,68 più di Montenero di Bisaccia. C’è solo un problema! Che a Napoli c’è una densità abitativa di 7754, 95 abitanti per kmq (l’attuale popolazione di Vasto raccolta in appena 5,25 kmq!!!). Che cosa vuol dire? Che per alcuni amministratori dell’epoca probabilmente doveva essere questa la densità prevista per realizzare l’idea di Notaro. Tutto era possibile pensare negli anni delle «magnifiche sorti e progressive»! Ma con una precisazione, ovviamente! Nessun riferimento al partito allora imperante: la DC.
Qual è il risultato odierno? Come alla roulette: Les jeux son faits, rien ne va plus. E, ancor meglio, surtout, rien n’ira plus!
Cinquant’anni dal Piano Kurokawa, le puntate precedenti:
- Quel sogno mai realizzato della città armonica Vasto-San Salvo: il Piano Kurokawa
- Prof. Felice: «Guardare al futuro, Vasto e San Salvo insieme potrebbero diventare capoluogo di provincia»
- Kurokawa e quell’intuizione di mezzo secolo fa: così immaginò la Via Verde
- «Unione Vasto-San Salvo, nel 2074 se ne parlerà ancora. E anche di quel referendum impossibile»
- «Il Trigno non può essere il confine: Vasto, San Salvo e Termoli come un’unica città guida del territorio»
- «Unire Vasto e San Salvo oggi è ancor più necessario di allora»