Tante parole, pochi fatti. Le chiamano strade elettorali, quelle per cui idee e progetti di ammodernamento e messa in sicurezza saltano fuori dal cassetto durante le campagne elettorali per poi finire nuovamente nei tiretti impolverati a risultato acquisito. Ora che si avvicinano le regionali 2024, è facile prevedere che di queste quattro arterie del Vastese, o almeno qualcuna, si tornerà a parlare. Parlare, appunto.
La Trignina
Della messa in sicurezza della Fondovalle Trigno si torna a discutere ad ogni incidente mortale, purtroppo anche di recente. A febbraio l’interrogazione dei senatori Etelwardo Sigismondi e Costanzo Della Porta (FdI) al ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini.
Il titolare del dicastero di Porta Pia ha ricevuto a maggio i sindaci del Vastese. Oggetto dell’incontro: il raddoppio della Trignina, soluzione che le amministrazioni locali caldeggiano ormai da vent’anni, da quel 2003 che fu segnato da incidenti gravi sul tratto abruzzese della statale 650, che per 78 chilometri collega Abruzzo e Molise da San Salvo Marina a Isernia, da cui si può proseguire per Napoli. Dal confronto è emerso che il raddoppio sarà possibile solo per metà del tracciato, i 40 chilometri da San Salvo a Trivento. Il tratto più interno, dove si susseguono ponti e gallerie, rimarrà uguale. L’Anas ha previsto interventi di manutenzione e messa in sicurezza per 100 milioni.
Variante alla statale 16
Lo scorso anno la battaglia contro la variante Vasto-San Salvo che avrebbe cementificato il costone orientale di Vasto. Il progetto dell’Anas di costruire una variante fatta di ponti e gallerie sul costone orientale di Vasto sollevò le proteste dei residenti della zona panoramica e infiammò il dibattito politico. Favorevole l’amministrazione comunale di San Salvo, contraria quella di Vasto. La Regione ipotizzò la costruzione del solo tratto meridionale, che però non avrebbe risolto il problema principale: il traffico pesante che attraversa Vasto Marina. Poi inserì l’ipotesi circonvallazione, chiesta dal Comune di Vasto per aggirare l’intero abitato della città, tra le opere pubbliche prioritarie. Nel frattempo l’opera era stata già definanziata. L’iter è tornato al punto di partenza: servono un nuovo progetto e i fondi per attuarlo.
Autostrada A14
Il tratto di una ventina di chilometri tra i due caselli di Vasto è stretto e pieno di curve. Lo scorso anno il consigliere regionale Manuele Marcovecchio aveva lanciato un’idea: costruire una variante autostradale e declassare l’attuale tracciato Vasto nord-Vasto sud a strada statale. Il costo preventivato, 500 milioni di euro, era un ostacolo non indifferente. La prima richiesta di costruzione della terza corsia risale al 2009 e la avanzò l’allora presidente della provincia, Enrico Di Giuseppantonio. Ormai è sparita dai radar, come l’ipotesi di costruire un terzo casello autostradale, lo svincolo Vasto centro. A luglio del 2021 se ne parlò in municipio in un incontro tra rappresentanti di Regione, Comune e Autostrade per l’Italia spa. Secondo i tecnici della società, i volumi di traffico in ingresso e in uscita dai caselli di Vasto nord (6mila transiti l’anno) e Vasto sud (5mila transiti) non giustificano la costruzione di un nuovo svincolo, perché al di sotto della media nazionale di 17mila. Per cui, se Comune e Regione vogliono il nuovo casello, devono trovare i fondi: 12 milioni per un impianto automatizzato, 9 per uno con personale.